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Che cos'è un solo-retreat?


La niuzletter degli introversi 28 febbraio 2022, n. 37
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Ciao!
Nel corso del 2021 ho fatto diverse volte, volontariamente e intenzionalmente, dei giorni completamente da sola, 4-5 a seconda dei casi.
L’ultimo in ordine di tempo è stato durante la settimana prima di Natale, dal 15 al 19 dicembre. Ed è stato uno dei più belli e allo stesso più rivelatori: ho vissuto giornate lunghissime e intense, nelle quali ho lavorato/studiato/letto/scritto, e ho anche tanto (beh, insomma, più del solito diciamo) camminato.
Questo mix di movimento del corpo, e di intenso lavoro intellettuale – ed emozionale – e soprattutto di totale detox dal mondo digitale (no mail, no whatsapp, no social, no linea telefonica) ha dato dei frutti che non mi sarei mai immaginata.
Per questo ho sentito forte il desiderio di parlarne qui con te, perché sei un’introvers* come me e puoi capire bene – e apprezzare, credo – questo genere di cose.

“Solo-retreat” è un termine un po’ fighetto per dire: in totale solitudine, ma l’accostamento con la parola ‘retreat’ lo rende molto meno drammatico. Non è “sol* come un cane”, non è nemmeno un ritiro spirituale che forse potrebbe portare con se un filo di tristezza, ma è per me piuttosto “un ritiro per stare in pace da sola con me stessa e godermela”. Una vera pacchia.
Cosa serve? Non molto…
  • Un luogo dove poter andare lontano da tutti, possibilmente anche poco popolato;
  • Tutti i tuoi comfort (per me sono le candele profumate, i miei libri, il caldo)
  • La voglia di metterti al centro del mondo
  • La volontà di staccarti un po’ dal cellulare (non in maniera estrema come è successo a me in questa occasione, ma magari decidendo di lasciarlo spento per gran parte della giornata, o lasciarlo a casa, o consultarlo solo dopo le 18. O non consultarlo affatto.)
Ho lasciato quindi la famiglia. Ho tenuto solo il cane, giusto per, ma non disturba e anzi mi costringe a muovermi e ne sono felice. Ho controllato di avere del cibo. Tante tisane, qualche biscotto.
Dopo la prima fase da “mi manca un pezzo”, "oddio come farò a sopravvivere", "potrebbe succedere di tutto e non ho il telefono!" - segno che il cellulare crea dipendenza e ti manda proprio in crisi di astinenza -, le cose vanno a meraviglia, le giornate diventano piene e intense, il cervello va a mille e gli occhi, il naso, le orecchie si riempiono della bellezza di una sguardo più profondo e del silenzio.
La mente comincia davvero a girare in un altro senso perché è libera da tutte quelle “preoccupazioni” che arrivano dalle continue sollecitazioni degli altri (mail e whatsapp) e può concentrarsi su altro.
E la cosa divertente è stato scoprire che attorno a me c’erano altre persone “da sole”, forse non tutte spinte dallo stesso motivo ma comunque che sembravano felici (abbiamo anche scambiato qualche saluto!). La cosa meno divertente è stato rendersi conto che erano tutti uomini.
Dove sono le donne? Ho una mia teoria, ma te ne parlerò in una prossima NL.

Il tema di questa è: prendersi del tempo per stare completamente soli e senza cellulare è una figata pazzesca. Sembra che ti manchi qualcosa (il telefono e il contatto con il mondo) e invece ti aggiunge qualcosa.

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Ti confesso che non avere nemmeno la linea telefonica non è stata esattamente una scelta, ma una decisione di Tim di tagliarmi la linea :-(
:-)))))

Febbraio

Cioè: mi chiedo... ma quando finisce sto inverno, e sto freddo??? Ok che mi piace starmene a casa al calduccio con 2 maglioni, una sciarpa, la tisana calda eccetera, però adesso anche basta!
Per fortuna c'è stata Candelora, meglio detta Imbolc: ritorna la luce!

Cosa bolle in pentola?

Ho creato un nuovo percorso di coaching!
Lavoro in proprio come coach da 6 anni e sono partita dal nulla. Non sapevo fare un sacco di cose che ho imparato strada facendo, non sapevo precisamente cosa significasse "mettersi in proprio", e l'ho scoperto pian piano. E ho messo su il mio business facendo prove, errori, cancellando e riscrivendo, studiando, facendo e rifacendo. E poi rifacendo ancora :-)
Oggi lavoro con tante donne che vorrebbero fare qualcosa di diverso dal lavoro dipendente ma che non sanno da che parte cominciare.
E da qui l'idea del nuovo percorso, perchè io qualche idea al riguardo credo proprio di avercela, e ho tanta voglia di metterla a disposizione, per aiutare chi vuole intraprendere questa strada (che peraltro è un'avventura bellissima!!!) e far sì che procedano più velocemente di me :-)
Quello che offro è tutta la mia esperienza, unita alle tante cose che ho studiato fin qui, e che continuo a studiare su come lavorare in proprio, unita a un credo molto forte: non c'è un modo uguale per tutti, non c'è una ricetta, non c'è una to-do list delle cose "giuste" da fare.
Anch'io all'inizio ci credevo (o forse ci speravo!) ma non è così. E questo del resto è quello che spesso ci viene propinato: i 10 passi per..., i 5 consigli di cui non puoi fare a meno... ci siamo capiti.
E quindi? - ti starai chiedendo - di cosa si tratta di preciso? Cosa potresti fare per me?
Si tratta di un percorso con il quale ti posso aiutare a
  • costruire la fiducia che ti serve per metterti in proprio
  • imparare a non arrenderti e a gestire gli errori e i fallimenti (ce ne saranno!)
  • imparare a dare un valore (aka: un prezzo) adeguato al tuo lavoro
  • imparare a venderlo
  • vivere con ciò che guadagni dal tuo lavoro
  • gestire in modo bilanciato lavoro e vita
  • trovare (anche!) tempo per te.
Mi sono messa in proprio già piuttosto grande, con 2 figlie piccole e 2 acquisite, un marito spesso via per lavoro. E sono qui, viva e vegeta e con un business che mi sostiene. Ho fatto fatica? Sì. Ne è valsa la pena? SI!
Vuoi provarci anche tu?
Per vedere più nel dettaglio la mia nuova offerta puoi dare un'occhiata qui. E se qualcosa non ti è chiaro o vuoi farmi altre domande sul percorso scrivimi rispondendo a questa mail oppure a lavinia@laviniabasso.it

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Ci sentiamo a fine marzo!

Ciao,

Lavinia
PS: Il mio mini-ebook Il self care è una cosa seria raccoglie un po' di cose che ho imparato, altre che ho studiato, qualche riflessione, qualche esercizio, qualche lista di cose belle che puoi fare, e anche una guida per pianificare il tuo self care affinché diventi un'attività ricorrente e non residuale.
Prendersi cura di sé non è egoismo, ma una sana abitudine, e poi siamo molto più efficaci e produttivi, per noi stessi e per gli altri!

Il mini-ebook ha anche un mini prezzo (10€!) e lo trovi qui.
_lavinia basso
Sono Lavinia e sono una coach.
Parlo di introversi perché sono un'introversa, non perché abbia particolari 'lauree' sul tema salvo quelle che mi sono fatta fin qui, vivendo, leggendo, studiando in autonomia.
Parlo di introversi e introversione perché non ho trovato nulla, in italiano, sul tema, salvo un libretto di uno psicoterapeuta che non mi è molto piaciuto (perché trattava l'introversione come un qualcosa di cui 'liberarsi', da 'superare' per poter vivere una vita felice) e un altro libro scritto da un coach (Introversi è meglio, di Marco Bonora), simpatico ma diverso da me.
Allora un giorno ho deciso che potevo provare a parlarne io, alla mia maniera e partendo dalla mia esperienza personale, da quello che ho studiato, e dalla mia frequentazione con tanti introversi, clienti compresi.
Se vuoi leggere altro sugli introversi puoi andare a sbirciare sul mio blog.
Sono su Instagram come laviniacoach, e mi trovi anche su Linkedin.
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