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Dove sono le donne?
La niuzletter degli introversi 31 marzo 2022, n. 38
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Nella scorsa NL ti ho parlato dei miei “solo-retreat” e di come è andato l’ultimo del 2021 (spoiler: una figata incredibile! Se vuoi saperne perché puoi leggerla qui)
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A un certo punto del racconto ho scritto questo:
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“E la cosa divertente è stato scoprire che attorno a me c’erano altre persone “da sole”, forse non tutte spinte dallo stesso motivo ma comunque che sembravano felici (abbiamo anche scambiato qualche saluto!). La cosa meno divertente è stato rendersi conto che erano tutti uomini. Dove sono le donne?"
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Quindi eccoci qui: dove sono le donne?
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PS: questa newsletter parla di donne, femmine, femminismo. E di introversi, ovvio!
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Perché ero io – a parte le anziane vedove del paese – l’unica donna da sola?
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La risposta che mi sono data è che molte donne abbiano timore a pronunciare ad alta voce i propri bisogni (eccomi) e i propri desideri (ho imparato...). Che non si permettano di pensare di volere qualcosa, anche una piccola cosa, tutta per sé. Pensano che sia da egoiste. Pensano che non va bene, non si fa. Pensano magari anche che sono strane (già lo pensano, se come te e me, sono introverse!) e che ci sia qualcosa che non va – in loro o nella loro relazione di coppia – se vogliono stare un po’ da sole, ogni tanto.
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Lo so perché l’ho pensato anch’io.
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Mi fa molta fatica dirlo, ma l’ho pensato anch’io. Ho pensato che non fossi “normale”, che non avrei dovuto avere quel genere di desiderio, o di bisogno. Poi quando finalmente mi sono decisa a parlarne con mio marito, dopo mille paturnie e con quel bisogno che diventava sempre più grande e il mio disagio anche, mi ha detto: “massì, che vuoi che sia! Vai”.
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La prima reazione (scema) è stata: "ah! Posso? Davvero?"
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Poi la femminista che è in me si è indignata e ha urlato: ma che volevi il permesso???
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Questo per dire che siamo davvero costrette dentro mille condizionamenti, personali, sociali e culturali. Davvero troppi.
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Sono troppi e soprattutto ci frenano, ci fregano, ci impediscono di fare le cose che desideriamo, che vogliamo, che ci renderebbero felici. Lo stesso vale - con le opportune variazioni sul tema - per gli introversi, come se per loro non ci fosse spazio o non potessero prenderselo.
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Alcuni di questi condizionamenti ci impediscono, o rendono molto molto faticoso, provare a fare qualcosa di diverso, tipo cambiare lavoro, e decidere di inseguire i nostri sogni.
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Io l'ho fatto nel lontano 2013, lasciando un lavoro che non mi piaceva più e costruendomene un altro, mattoncino su mattoncino. Riflettendoci adesso, posso affermare con sicurezza di aver imparato tanto lavorando in proprio e credo che proprio in questo momento storico per le donne - e anche per le donne introverse! - mettersi in proprio sia la cosa migliore da fare.
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Vedo attorno a me un sacco di donne di tutte le età incastrate in lavori aziendali che le risucchiano e le spremono, e più o meno finisce qui.
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Vedo donne che fanno il triplo del lavoro degli uomini per fare carriera, e le vedo sempre arrancare.
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Vedo donne che buttano tutta la loro vita nel lavoro, per poi scoprire che il lavoro non le ricambia di altrettanta abnegazione.
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Vedo donne fare fatica ad adattarsi alla rigidità, donne che lottano ogni giorno per un loro diritto, donne cui viene chiesto sul posto di lavoro se hanno intenzione di fare figli, di sposarsi e quando.
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E credo che la lotta sarà ancora durissima.
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Abbiamo pensato per anni che se avessimo fatto come gli uomini, se ci fossimo adattate a quel contenitore creato da gli uomini (e per gli uomini) che si chiama azienda, tutto sarebbe stato... facile. Invece è stato un massacro, e continua ancora.
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Quel tipo di organizzazione (l'azienda) è stata pensata dagli uomini per gli uomini, è un dato oggettivo!, ma noi siamo l'altra metà del cielo: è ora che ci inventiamo il nostro modello!
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Per farlo ci servono tante cose, alcune delle quali possiamo certamente "copiarle" dagli uomini, ma altre che dobbiamo costruirci a nostra misura.
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Il mio nuovo percorso di coaching vuole essere questa cosa qua: un nuovo modello. Non è un modello che esiste già, sia chiaro. Non è una ricetta che ti passo e tu ti applichi. E' il risultato del lavoro che faremo assieme, affrontando le paure e le convinzioni limitanti, i condizionamenti, le idee che vanno scartate e quelle che vanno invece coltivate.
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Del resto, non ci sono imprenditrici di successo là fuori?
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Il percorso ti intriga ma non sai ancora se fa per te? C'è il mini-corso! 5 email per 5 giorni in cui ti svelo alcuni argomenti di cui discuto con i miei clienti e che potremo affrontare insieme nel percorso, clicca il bottone qui
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Marzo
La primavera, i boccioli, l'erbetta verde, i fiori sugli alberi... la mia stagione! (Benché sia nata in inverno!) W, W, W la primavera!
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Ho festeggiato il mio compleanno ballando e sono piena di energia!
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Sono Lavinia e sono una coach.
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Parlo di introversi perché sono un'introversa, non perché abbia particolari 'lauree' sul tema salvo quelle che mi sono fatta fin qui, vivendo, leggendo, studiando in autonomia.
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Parlo di introversi e introversione perché non ho trovato nulla, in italiano, sul tema, salvo un libretto di uno psicoterapeuta che non mi è molto piaciuto (perché trattava l'introversione come un qualcosa di cui 'liberarsi', da 'superare' per poter vivere una vita felice) e un altro libro scritto da un coach (Introversi è meglio, di Marco Bonora), simpatico ma diverso da me.
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Allora un giorno ho deciso che potevo provare a parlarne io, alla mia maniera e partendo dalla mia esperienza personale, da quello che ho studiato, e dalla mia frequentazione con tanti introversi, clienti compresi.
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Se pensi che questa NL possa piacere a qualcuno dei tuoi contatti, condividila grazie!
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