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Il lavoro non è la tua famiglia né l'amore della tua vita
Newsletter Lavoro 15 maggio 2022
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Si continua a parlare nel nostro paese come altrove del fenomeno della cd Great resignation (grandi dimissioni), ossia dell'abbandono volontario del lavoro da parte di persone che vogliono qualcosa di più. Nel mio piccolo incontro sempre più spesso persone che vorrebbero lasciare il lavoro anche senza un Piano B, pur di lasciarlo e con esso una vita che non gli appartiene più. E non è affatto facile, anche perché tutti, salvo qualche eccezione, abbiamo bisogno di lavorare.
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Avevo scritto il titolo di questa newsletter diverse settimane fa, perché un tema a me molto caro, una dinamica da cui sono faticosamente uscita ma che vedo tuttora ricorrente in tanti miei clienti: il lavoro come surrogato della famiglia, con tutti i vantaggi e svantaggi della situazione, dove si riproducono le stesse dinamiche e alle donne si chiede (implicitamente o no) di "prendersi cura" e all'uomo di comandare e/o cacciare le prede (aka i clienti).
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Poi è uscito questo libro, Il lavoro non ti ama di Sarah Jaffe, un titolo che è una lama che taglia proprio nel punto dolente. L'ho comprato subito e ho iniziato a leggerlo. Un po' impegnativo fin qui, ma interessante. E l'assunto di fondo è che questa idea del lavoro a cui dobbiamo dedicare tutto il nostro amore sia un'invenzione capitalistica per farci "digerire" l'idea che dobbiamo lavorare.
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Peccato che questo amore che riversiamo nel lavoro non sia affatto contraccambiato, e a volte scopriamo di colpo che l'azienda che ci paga lo stipendio non è una grande mamma che ci accoglie sempre ma anzi, al momento opportuno, ci sbatte fuori senza troppi riguardi.
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Nei giorni scorsi una mia cliente ha subìto proprio questo trattamento: non ci servi più, ci firmi un foglio in cui dici che ti dimetti volontariamente e noi ti facciamo collaborare a partita iva ma con un inquadramento e una mansione inferiore rispetto all'attuale. Un'azienda dove si fanno le "domeniche in famiglia" a cui è obbligatorio partecipare pena un basso punteggio nella valutazione. Il tutto, dopo anni di superlavoro, e un'età "da marito" che non aiuta - ahimè - dalle nostre parti... del resto l'ha spiegato bene l'imprenditore Franchi (una donna, ma che vuole farsi chiamare al maschile, e questo già ci dice qualcosa): le donne o anta o niente, solo così possono lavorare h24. Il Medioevo.
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Il libro racconta un'altra cosa importante: per anni ci hanno raccontato che se avessimo fatto il lavoro dei sogni, quello che ti fa sentire parte di una squadra, di una famiglia appunto e che mette in gioco i tuoi talenti, saremmo sempre stati accolti e benvoluti, amati appunto. Il nostro lavoro e la nostra dedizione sarebbero stati ricambiati. Non è così. Forse non lo è mai stato (certamente l'azienda non è la nostra famiglia!) ma mai come in questo momento storico questa visione si è incrinata al punto che tanti, pur di scappare da situazioni pesantissime e da ambienti lavorativi tossici, lasciano senza un'alternativa.
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Un'amica che lavora in una grande (grande) compagnia assicurativa mi diceva proprio nei giorni scorsi che da loro l'HR Manager, per principio, non accorda lo smartworking. Per principio??? Ma se una legge lo prevede e ne disciplina i requisiti, chi sei tu nullità dell'Universo per rifiutarlo per principio?
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Infine, la simpatica frase motivazionale "fai il lavoro dei tuoi sogni e non lavorerai neanche un giorno", che campeggia ovunque sui social e che - diciamocelo - è una minchiata cosmica, è un altro prodotto di una narrazione capitalistica tossica - ce n'eravamo accorti in effetti - e il modo subdolo in cui incatenare al lavoro un sacco di lavoratori, e di liberi professionisti (spesso è infatti utilizzata in ambiti piccolo imprenditoriali, freelance e simili): balle. Si lavora, magari con alcuni vantaggi tipo la flessibilità, ma si lavora. Per ottenere risultati bisogna lavorare e lavorare sodo. Ma certamente fare una cosa che piace aiuta.
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Su ispirazione del libro è stato creato un podcast (con lo stesso titolo, lo trovi qui), che parla di noi, del nostro Paese, creato da siamomine, un'altra realtà che ho scoperto solo di recente e che trovo molto interessante. Dati e analisi alla mano, le cose non vanno esattamente bene. Senza dati e con la mia (forse limitata) capacità di analisi posso solo confermare: le storie che sento sono ai confini della realtà, agghiaccianti nella loro brutalità, terribili e drammatiche.
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C'è speranza? Forse te lo stai chiedendo, e me lo sto chiedendo anch'io, francamente... Ma credo di sì. Toccato il fondo non si può che risalire - quindi speriamo di averlo toccato!
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News
L'estate è arrivata (aiuto! qui ci sono già 30°!) e io non sono pronta :-)
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Prima di fermarmi devo ancora finire diversi percorsi, scrivere ancora parecchi contenuti, finire di scrivere il mio corso online sul lavoro in proprio che uscirà in autunno e studiare per un'altra novità che vedrà la luce sempre in autunno. Insomma, com'era quella frase - "non lavorerai neanche un giorno"??? MEH.
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Sto leggendo
La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo
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Il femminismo è per tutti, di bell hook
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Il lavoro non ti ama, di Sarah Jaffe
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Ho finito Libertà, di Jonathan Franzen... uhhm, un po' pesante.
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Novità dal mio blog
Se vuoi capire come posso esserti utile, puoi dare un'occhiata qui (ho solo spazio per 2 persone prima dell'estate!)
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Ci sentiamo a giugno per l'ultima NL prima dell'estate!
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Chi sono
Sono una Job coach e una Life coach: il mio lavoro è aiutare le persone a essere soddisfatte e felici di quello che fanno e di quello che sono, aiutandole a trovare una nuova strada, sul lavoro e nella vita. Perché la strada giusta c’è, per ognuno di noi. A volte però abbiamo bisogno di qualcuno accanto che faccia il tifo per noi, ci aiuti nella ricerca, ci dica come fare per trovarla: quella sono io.
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Grazie per avermi accolta nella tua inbox, è un privilegio che spero di onorare.
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Se pensi che questa NL possa essere utile a un'amica/o, inoltragliela, grazie!
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