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Vantaggi di una pandemia


La niuzletter degli introversi 30 settembre 2020, n. 24
Grazie NL_GionataGalloni
Ciao e ben ritrovat*!
Ci siamo lasciati a fine giugno che ero già bell'e morta di stanchezza, e ciononostante ho lavorato anche tutto luglio. Poi finalmente vacanza.
Ora tutto è ricominciato a ritmi piuttosto sostenuti, spero sia solo l'accelerata di settembre e poi ci sia una velocità di crociera un po' più umana, vedremo.
Però la scuola ha riaperto e questa mi sembra la cosa più importante, perlomeno nella mia vita e di quella di molte famiglie: si torna a un po' di normalità!

Ho già parlato dei tanti risvolti negativi, nella vita di noi introversi, della pandemia e del lockdown, per esempio qui.
Ma ci sono stati anche dei vantaggi, non credi?

Per esempio, se c'è una cosa che a me piace tantissimo è il fatto che dobbiamo 'tenere le distanze'.
Non so tu, ma io non sempre ho voglia di abbracciare e baciare le persone - anche se per essere un'introversa sono piuttosto 'fisica', il contatto non mi fa schifo del tutto, ecco.
Però c'è una cosa che mi manda fuori di testa: le persone che ti parlano e pian piano si avvicinano, tu fai mezzo passo indietro, per allontanarti, e loro ne fanno mezzo avanti per avvicinarsi di nuovo. UFFFFF!
Mi sento sempre terribilmente a disagio in questi casi, un po' perché questa vicinanza di dà molto fastidio, mi impedisce quasi di pensare tranquillamente, un po' perché penso sempre di risultare maleducata se mi allontano - lo faccio stesso eh? Però non mi piace tantissimo.
Con il Covid, problema superato: posso allontanarmi da chi mi si avvicina troppo, anche se con la mascherina, senza sentirmi in colpa, bisogna stare distanti!
E devo dire che salvo rari casi le persone (finalmente!) stanno alla larga il giusto, alla giusta distanza. Un grande passo avanti!

Un altro sicuro vantaggio è il fatto - per alcuni - di lavorare da casa. Al di là che non è precisamente smartworking, ma solo 'lavoro da remoto', con tutte le conseguenze che questa differenza comporta e di cui non tutti sembrano essere consapevoli, penso che lavorare da casa per un introverso sia una gran cosa.
Si possono avere i propri tempi, si fanno (alcune) cose con calma, si può stare vestiti come si vuole, sul divano, nel proprio nido confortevole, insomma niente male.
Ogni tanto ovviamente è bene avere qualche relazione sociale, però il lavoro così è decisamente più adeguato e anche più produttivo per noi introversi: abbiamo silenzio, poche distrazioni, riusciamo a concentrarci meglio, siamo più efficienti (se riusciamo a non farci sviare verso le faccende domestiche: ne ho scritto qui).
In definitiva si ricrea quell'ambiente di calma che è stato abbandonato negli ultimi anni a favore del lavoro in ambienti open space che, secondo alcuni, dovrebbe favorire la creatività, ma che per un introverso è l'inferno in terra.
Io ci ho lavorato per alcuni anni, ma per fortuna eravamo pochi e facevamo un lavoro che richiedeva silenzio un po' per tutti (ero nella redazione di una casa editrice), quindi era tollerabile.
Ma non c'è nulla di paragonabile al mio studiolo attuale, piccolo ma riservato, silenzioso, dove ci sono solo io. Impagabile.

Un terzo vantaggio di questa pandemia per noi introversi penso sia stata la possibilità di fare una profonda riflessione - attività che a noi introversi piace tanto! - su noi stessi, la nostra vita, il nostro lavoro, la vita che vogliamo, il lavoro che vogliamo.
Lo dico perché è quello che successo a me, ma sincronicamente anche a tante delle persone che si sono rivolte a me tra luglio e settembre, o a chi mi ha scritto commentando le mie newsletter: l'incipit è spesso stato "Ho riflettuto durante questa pandemia e ho capito che... sento che voglio fare... vorrei rivedere alcune cose...".
E la riflessione su di sé è sempre una gran cosa!
Io la faccio nella testa, ma poi cerco di trovare il tempo di metterla nero su bianco, con carta e penna, perché decisamente è di tutt'altra efficacia. Lo si può fare tenendo un diario, ma lo si può fare anche in maniera più light, tenendo a portata di mano un quaderno su cui annotare le riflessioni, le idee, i pensieri che ci attraversano la mente e che non vogliamo perdere.

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Settembre

È letteralmente volato. È vero che ho ricominciato il 14, con le scuole, però non mi sono nemmeno resa conto di averli vissuti, questi 15 giorni. Mi ritrovo a ottobre e non so bene come sia arrivato.
Comunque: da qui alla fine dell'anno (GULP!) sono rimasti pochissimi posti disponibili per fare un percorso di coaching con me, perché settembre è stato appunto una giostra impazzita e ho ricevuto un sacco di richieste.
Se quindi pensi di voler fare un percorso con me (i percorsi che faccio sono questi qui) ti consiglio ti contattarmi al più presto, tenendo conto che:
1) l'incontro conoscitivo è sempre gratuito e senza impegno e ci permette di capire se possiamo lavorare bene insieme, se ti posso essere davvero utile e come;
2) potremo partire con il percorso solo da novembre - ma l'incontro conoscitivo possiamo farlo anche prima.

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Se ti fa piacere, mi trovi anche su Instagram come laviniacoach, non posto tantissimo (anzi!), ma soprattutto libri, sfide, pensieri, montagne...

Oppure ancora puoi trovarmi su Linkedin.

È tutto, ci sentiamo il mese prossimo!

Ciao,

Lavinia
_lavinia basso
Sono Lavinia e sono una coach.
Parlo di introversi perché sono un'introversa, non perché abbia particolari 'lauree' sul tema salvo quelle che mi sono fatta fin qui, vivendo, leggendo, studiando in autonomia.
Parlo di introversi e introversione perché non ho trovato nulla, in italiano, sul tema, salvo un libretto di uno psicoterapeuta che non mi è molto piaciuto (perché trattava l'introversione come un qualcosa di cui 'liberarsi', da 'superare' per poter vivere una vita felice) e un altro libro scritto da un coach (Introversi è meglio, di Marco Bonora), simpatico ma diverso da me.
Allora un giorno ho deciso che potevo provare a parlarne io, alla mia maniera e partendo dalla mia esperienza personale, da quello che ho studiato, e dalla mia frequentazione con tanti introversi, clienti compresi.
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