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Ci si dimette...ma per quali ragioni?
Newsletter Lavoro 15 novembre 2022
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Nelle scorse settimane ho parlato di lavoro non solo con le mie/i miei clienti, ma anche con un sacco di altre persone, e ho la netta sensazione che il disagio sia fortemente in crescita. Non si tratta solo di considerare "normali" alcune dinamiche che sono tutt'altro, ma anche di far fatica a considerare che qualcosa di diverso è possibile, per esempio il nostro atteggiamento.
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Ho la sensazione che siamo inconsapevoli vittime di una narrazione che tende al catastrofico e che questa narrazione ci impedisce di uscire dalla gabbia, un po' come essere dentro The Truman Show.
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Provo a spiegarmi meglio: se la narrazione che ci viene fatta quotidianamente è di un disastro imminente e inevitabile, è chiaro che vien poca voglia di darsi da fare per cambiare la propria situazione: sto dove sono e me la faccio andare bene.
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E' chiaro anche che ci sono delle cose che stanno andando davvero male (la guerra, per dire) e che sono fuori dalla nostra portata, ma ci sono anche cose che invece possiamo controllare, e su cui ci possiamo impegnare per ottenere un miglioramento.
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Ho letto parecchi articoli sui fenomeni in corso in questo momento storico (Great resignation, Quiet quitting, Quitfluencer... vabbè!), che lato lavorator* possiamo riassumere in un: ci siamo rotti!
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Non ottengo quel che voglio: me ne vado. Oppure resto ma faccio il minimo indispensabile. Entrambe sono cose gravissime per le aziende, che dovrebbero però cominciare ad aprire gli occhi e fare qualcosa.
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I lavoratori non hanno stimoli, gli stipendi sono bassi, non si riesce a bilanciare vita e lavoro, e quindi si cambia per cercare qualcosa di meglio: mi sembra un'ottima cosa.
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D'altro canto le aziende fanno fatica a trattenere le persone che se ne vogliono andare: molto bene! E' ora che le organizzazioni si diano una svegliata e cambino il loro approccio, che la smettano di utilizzare il sistema del controllo e lavorino (e facciano lavorare i dipendenti) per obiettivi. Non ci riescono? Saranno eliminate dalle stesse logiche di mercato alle quali si ispirano. E va bene così, è il capitalismo!
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Quindi il mio messaggio di questa newsletter è molto chiaro: continua a cercare finché trovi il posto di lavoro che va bene per te.
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Continua a chiederti cosa ti rende felice in ambito lavorativo, e continua a ricercarlo e combattere per ottenerlo, qualunque cosa significhi per te.
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Perché le aziende che stanno cambiando il loro approccio ci sono. E perchè è inutile rimanere nello stesso posto aspettando che "le cose cambino": non è così semplice né così immediato, né è una cosa che può fare il singolo. Certo, si può fare un tentativo di cambiare le cose dall'interno, ma fino a un certo punto (che ognuno decide per se!), e poi via, aprirsi a nuove prospettive.
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Questo non significa che sarà facile, indolore o immediato: niente di tutto questo.
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L'idea del lavoro come sacrificio e sofferenza, martirio in vista di un bene superiore, deve finire, e per un semplice motivo: ha dimostrato negli ultimi decenni di non essere la motivazione giusta per riempire di senso e significato la vita delle persone.
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C'è bisogno di qualcosa di più.
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Fai piazza pulita dei condizionamenti culturali, tra i tanti quelli che affermano che ci si debba per forza ammazzare di lavoro per essere considerati dalla società e valere qualcosa: la cultura del sacrificio, diffusissima negli uffici, è tremendamente dannosa.
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Un lavoro di qualità e in linea con la persona che vuoi essere, un lavoro al servizio della persona che vuoi essere, è il mantra che ti deve ispirare.
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Oggi voglio lasciarti con un piccolissimo esercizio che faccio spesso fare in classe ai miei studenti dei corsi di formazione post laurea.
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Al mattino, appena prima di iniziare a lavorare.
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Prendi due foglietti. Sul primo scrivi la risposta a questa domanda: cosa voglio dal lavoro? (una frasetta è sufficiente)
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Poi prendi il secondo foglietto e rispondi a questa: cosa mi spaventa di più in questo momento riguardo al lavoro ?
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Poi piegali e mettili in un cassetto.
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A fine giornata, quando chiudi il pc o ti prepari per andare a casa, tirali fuori dal cassetto, rileggili e chiediti: cosa mi dicono di me e della mia situazione?
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[e se ti va, fai una foto e condividili con me, inviandomeli a lavinia@laviniabasso.it: ne parliamo!]
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NEWS
Lavori in proprio? Cerchi altre persone come te con cui confrontarti (e anche un po' confortarti)? Sei alla ricerca di uno spazio dove portare i tuoi dubbi riguardo un prodotto o un servizio? Ti piacerebbe condividerli con altri in modo da avere una prospettiva diversa?
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C'è il mio nuovissimo Mentoring di gruppo! Uno spazio di confronto, supporto, sostegno per chi lavora in proprio e ogni tanto ha voglia di incontrarsi (virtualmente) con altre persone che stanno vivendo le stesse dinamiche e le stesse fatiche.
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Il Mentoring che propongo è uno strumento che ho utilizzato anch'io in questi anni e che mi ha dato davvero tanto. E' un po' come il caffè con le amiche (o gli amici!): ti coccola ma ti da anche un consiglio, o ti propone una soluzione a cui non avevi pensato! Perchè non si può solo fare il proprio lavoro, se hai un business ogni tanto bisogna tirarsi fuori e guardare le cose da un'altra prospettiva, per farlo crescere, evolvere, maturare. E farlo insieme ad altri che condividono lo stesso viaggio è molto più semplice, e anche più divertente!
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Ciao, ci sentiamo a dicembre!
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Chi sono
Sono una Job coach e una Life coach: il mio lavoro è aiutare le persone a essere soddisfatte e felici di quello che fanno e di quello che sono, aiutandole a trovare una nuova strada, sul lavoro e nella vita. Perché la strada giusta c’è, per ognuno di noi. A volte però abbiamo bisogno di qualcuno accanto che faccia il tifo per noi, ci aiuti nella ricerca, ci dica come fare per trovarla: quella sono io.
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Grazie per avermi accolta nella tua inbox, è un privilegio per me!
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