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Lavoro in proprio_LaviniaBasso

Lavorismo

Newsletter Lavoro 15 marzo 2023
Ciao e bentrovat@!

Come troviamo il nostro posto nel mondo?
Mi faccio questa domanda tutte le volte che incontro persone che sono alla ricerca e non so bene darmi una risposta. Certamente partire dalle cose che ci appassionano è un buon inizio, ma non sempre le condizioni là fuori sono altrettanto benevole e ci permettono di inseguire - e raggiungere - ciò che vogliamo noi.
Però credo che bisogna insistere, provare e riprovare, in una parola essere resilienti: non tutti capiscono subito che cosa vogliono e non per tutti è una scelta definitiva: attività che ci sembrano quelle "della vita" dopo un certo numero di anni cominciano ad annoiarci, e dobbiamo rimetterci alla ricerca.

Oppure sono le circostanze esterne a costringerci a cambiare strada, rimetterci in pista per trovare qualcosa che ci piace (di più). Questo vale per tutti, per tutte le età, anche se mi sembra che i più giovani siano i più provati da questa attività. Non so come mai e non voglio generalizzare, ma credo che almeno alcuni abbiano difficoltà ad ascoltarsi, e siano invece più propensi ad accogliere e subire le pressioni familiari e sociali; altri hanno invece difficoltà a fare fatica, a impegnarsi a fare qualcosa e avere la pazienza di aspettare e vedere come va. Lo trovano subito frustrante e scappano altrove, e così facendo pensano di sapere che quella cosa non gli piace, ma non lo sanno veramente. Per scoprirlo bisogna insistere un certo lasso di tempo, che non so quale sia, e che forse varia per ognuno, ma non è un tempo corto né tantomeno un tempo buttato, è tutta esperienza che ci mettiamo nello zaino e può aiutarci in futuro.

Con questo non intendo certo auspicare un lavoro sottopagato solo per "fare esperienza" né tantomeno lo sfruttamento, intendo però stare nelle cose un po' più a lungo di un battito di ciglia o di un post sui social.
E questo tempo non sempre ce lo diamo, ce lo permettiamo, perché abbiamo sulle spalle la pressione sociale (e spesso familiare) del "fare", "fare alla svelta", o del terribile - e molto milanese - "portarsi avanti". C'è chi a 25 anni si sente tutto il peso addosso di dover fare delle scelte definitive o di dover entrare nel mondo degli "adulti" e delle "persone serie".
Lasciatemi il mio tempo, verrebbe da urlare.
Fatemi sbagliare, permettetemi di cadere, di prendere una cantonata e di trovare il modo di uscirne, e tutto sarà più semplice.
Invece no, bisogna progredire, performare, ottenere risultati, e ovviamente non sbagliare mai e fare tutto alla perfezione. Un po' pesante, no?
Quindi forse la risposta alla domanda iniziale, come troviamo il nostro posto nel mondo, potrebbe essere: dandosi del tempo. Provando e riprovando. Sbagliando e ricominciando da capo.
Tutt'altro che semplice, in generale e nella società attuale in particolare.

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La parola «lavorismo» che ho messo nel titolo di questa NL non si trova (non ancora) nemmeno nel vocabolario Treccani, ma nelle ultime settimane mi è capitato di leggerla spesso. E' un termine con una connotazione piuttosto negativa, che significa grosso modo mettere in relazione il lavoro che una persona svolge con il suo valore come essere umano.
Ognuno di noi sa, infatti (e ahimè), che il lavoro ci definisce - molto spesso le nostre conversazioni iniziano con una descrizione del lavoro che facciamo - e altrettanto spesso il lavoro che facciamo ci definisce come essere umani di valore oppure no.
Ma questo legame non è così scontato e secondo alcuni nemmeno così corretto.
Siamo persone di valore (o non lo siamo) a prescindere dal lavoro che facciamo (o che non facciamo).
E' un discorso molto complesso ma che deve spingerci a riflettere sulla pervasività che il lavoro ha nelle nostre vite attuali: mentre in passato era una "fatica" che si faceva in un numero circoscritto di ore (quelle in ufficio, tipicamente) oggi è diventato qualcosa che ci insegue anche fuori, anche a casa, anche nel tempo libero, occupando un tempo che va ben oltre le 8 ore.
"Il lavoro è tutto, e tutto è lavoro", dicono quelli di Tlon in "Ma chi me lo fa fare?" un libro che andrò a leggere nelle prossime settimane, e aggiungono che "il lavoro – per quello che oggi l’abbiamo fatto diventare – è una trappola, a cui dobbiamo a tutti i costi sottrarci".
E non è affatto facile.

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Dopo tutti questi discorsi che forse non ti avranno allietato la giornata, anche perché una risposta buona per tutti non ce l'ho, ti lascio con un pizzico di leggerezza: la mia nuova ossessione musicale: Lizzo!

Per ora è tutto, alla prossima
(e se ti va di farmi sapere cosa ne pensi, leggo volentieri!)

Ciao,
Lavinia
_lavinia basso

Chi sono

Sono una Job coach e una Life coach: il mio lavoro consiste nell'aiutare le persone a essere soddisfatte e felici di quello che fanno e di quello che sono, aiutandole a trovare una nuova strada, sul lavoro e nella vita. Perché la strada giusta c’è, per ognuno di noi.
A volte però abbiamo bisogno di qualcuno accanto che faccia il tifo per noi, ci aiuti nella ricerca, ci dica come fare per trovarla: quella sono io.
Se vuoi vedere cosa faccio, puoi dare un'occhiata alla pagina Per il tuo lavoro, c'è anche il mio nuovo percorso per mettersi in proprio "Un lavoro su misura per te"!
Sono sorridente, di poche parole ma sono molto brava ad ascoltare perché sono un’introversa.
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