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Davvero si può stare bene al lavoro?
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marzo è il mio mese, ed è anche il mese in cui mi piace far accadere le cose che riguardano me e il mio business.
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Siamo a metà mese e finalmente lo scorso 7 marzo è uscito il mio podcast: grazie se l'hai ascoltato!, e se ancora non l'hai fatto, ti lascio qui il link su Spotify, è già uscita anche la seconda puntata.
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E se ti è piaciuto, lasciami delle stelline di recensione, grazie!
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Il podcast è stato uno dei progetti più grossi che ho portato avanti negli ultimi mesi, e adesso, dopo anche tutta la promozione collegata, vorrei tanto fermarmi e festeggiare, prendere fiato insomma e godermi il momento.
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Un po' l'ho fatto in concomitanza con il mio compleanno, che ho festeggiato abbondantemente con amici e parenti nell'arco di 3 giorni (gulp!), un po' lo farò a fine mese nella giornata dedicata alla revisione trimestrale del mio business.
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Quindi devo resistere ancora una decina di giorni, poi biz review e poi vacanze di Pasqua al mare.
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Nel frattempo è arrivata finalmente la primavera, ha smesso di piovere, ci sono gli acquitrini nel quartiere dove abito (per dire quanta ne è venuta giù), e pure le papere!, che evidentemente hanno scambiato i fazzoletti di verde per laghetti...
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Ora ci stiamo asciugando.
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Ho letto diverse cose sul benessere in azienda, che è un po' la moda del momento, ma che non mi lascia per niente tranquilla. Sarà che io vedo molto il malessere, e faccio fatica a credere che questi programmi funzionino davvero - ma magari è un mio pregiudizio - soprattutto se vengono calati sulle persone e non creati con le persone che di quel benessere hanno bisogno. Perché ciò che è benessere per te, potrebbe non esserlo - o essere meno rilevante - per me, e viceversa.
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Quindi attenzione a farsi spiegare bene di cosa si tratta e a chiedere di essere coinvolti quando si discute e si decide di questi temi.
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Poi a voler fare una riflessione ulteriore e più generale, mi vien da dire che non è il posto di lavoro il luogo dove ricercare il benessere, ma il post lavoro, la vita insomma, anche se certamente condizioni di lavoro sane, eque e rispettose, meritocrazia, ecc, potrebbero già fare la differenza; ma questo dovrebbe essere il minimo da esigere, e invece non mi sembra proprio che sia così.
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Quindi forse prima del benessere sul lavoro, dovremo occuparci dei fondamentali, perché risolti quelli, il benessere viene da sé.
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Ma non vedo grande attenzione in questo senso perché chi arriva da me ci arriva per questioni che sono sempre più legate alle relazioni (malsane, tossiche) sul lavoro, che per il lavoro vero e proprio, per quello che si fa. Poi certamente anche questa parte ha una certa influenza sul nostro benessere, ma le relazioni e l'ambiente che ci circonda molto di più.
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E come si cambiano le relazioni con le persone, anche sul lavoro? Lavorando su di noi: se noi cambiamo, cambiano anche le reazioni e relazioni che instauriamo con gli altri. Non dico che tutto dipenda da noi, certo che no, dico solo che affidarsi solo a un intervento esterno che risolva i nostri problemi è... utopico. E che il primo passo da qualche parte va fatto.
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Penso, quindi, che molta responsabilità sia in capo alle persone, ai singoli, che devono fare la fatica di prendersela, questa responsabilità, di lottare per un cambiamento, di avanzare le proprie richieste, di stabilire cosa gli/le va bene, e cosa no.
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Se sei pront@ a farlo, il modo in cui possiamo lavorare insieme lo trovi qui. Un modo lo si trova, sempre, per quanto la strada possa sembrare impervia, da qualche parte arriviamo e da lì guardiamo (finalmente) l'orizzonte.
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Ho ancora 3 posti per cominciare in marzo, ti aspetto!
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Ho visto
Povere creature!, B E L L I S S I M O
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Ho letto
Sono mancato all'affetto dei miei cari, A. Vitali
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American Psyco, B.E. Ellis (no, non l'avevo ancora letto!)
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L'età fragile, D. Di Pietrantonio
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Ci leggiamo tra due settimane!
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Grazie sempre per essere qui e per leggere quello che scrivo.
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Chi sono
Sono una Job coach e una Life coach: il mio lavoro è aiutare e supportare le persone affinché siano soddisfatte del lavoro che fanno e felici della vita che conducono, sostenendole nella fase del cambiamento verso una nuova strada, sul lavoro e nella vita. Perché la strada giusta c’è, per ognuno di noi. A volte però abbiamo bisogno di qualcuno accanto che faccia il tifo per noi, ci aiuti nella ricerca, ci dica come fare per trovarla, abbia una parola di conforto: quella sono io.
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