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Il senso del lavoro - il lavoro ha un senso?

Newsletter Lavoro 15 dicembre 2023, n.52

Ciao e bentrovat@,
ti scrivo dalla montagna dove sono rimasta oltre il ponte dell'Immacolata per godermi un po' la neve e la solitudine... una favola!

Nei giorni scorsi mi ha scritto una cliente per aggiornarmi su come vanno le cose (abbiamo lavorato assieme a inizio 2023). La cosa più carina che mi ha detto è che è stata una fortuna avermi 'incontrata' (virtualmente) e decidere di lavorare insieme ❤️, ma soprattutto che lo scatto in avanti che ha fatto lo deve in primo luogo a una ritrovata fiducia nelle sue capacità, validata da una serie di colloqui andati molto bene e che le hanno restituito un'immagine di sé ben diversa da quella che lei percepiva fino a poco prima. Alla fine del nostro percorso insieme ha deciso di rimanere dov'era, ma con altre offerte in mano, ha contrattato un cospicuo aumento, una maggiore flessibilità in tema di smart working, il venerdì corto... insomma un bel bottino.

Ma la cosa più buffa, o forse sorprendente, o forse semplicemente ovvia che mi ha raccontato è che, ora che sa quanto vale, non vuole più accontentarsi. YEEEEE!
E così sta pensando di mettersi in proprio e di sfruttare un po' di conoscenze per lavorare in un altro settore che le interessa molto e dove pensa di poter fare bene. Di potercela fare.
La ragione per cui ti racconto la storia di S. è che alle volte faccio io stessa fatica a raccontare i risultati dei/delle mie clienti, che certamente ci sono ma che non sempre sono così... visibili. Da fuori infatti mi si potrebbe dire, mbé, è venuta per cambiare lavoro e invece è ancora lì dove stava...
Il che è vero ma anche no. Perché quella che è cambiata è lei, ed è questo quello che fa la differenza.

La verità è che non sempre lavorare con me porta a cambiare lavoro - anche se spesso le persone arrivano con questa richiesta - perché a volte, come nel caso di S., riuscire a diventare (più) consapevoli della qualità e dell'importanza del lavoro che si svolge all'interno di un'organizzazione fa già la differenza: la differenza tra chiedere, o non chiedere, un aumento; la differenza tra il restare al tavolo della trattativa e non arrendersi di fronte a un "non c'è budget", la differenza tra sentirsi in una posizione di (relativa) forza e sentire che il coltello dalla parte del manico ce l'ha l'azienda. Non sempre è così, anzi quasi mai.
Perché un'azienda che lascia andare un dipendente di valore senza 'rilanciare', o è miope e non si rende conto dell'errore che sta facendo, o non sa che farsene delle persone "perchè una vale l'altra" (e tu vuoi rimanere li? davvero???), oppure non è capace di fare impresa - e allora meglio scappare ancora più alla svelta.
Mi sono capitate persone che sono (giustamente!) scappate a gambe levate, me ne sono capitate altre come S. che sono rimaste solo a fronte di un diverso trattamento.

Ahimè, però, quello che vedo succedere spesso è che le persone si sentono di dover essere grate perché l'azienda le assume, e si dimenticano che l'azienda non lo fa perché ha il cuore di panna, ma perché ha bisogno del lavoro delle persone.
E allora chi è ad avere il coltello dalla parte del manico? Forse ogni tanto possiamo riconoscere di avercelo anche noi... e che senza il tipo di lavoro che facciamo l'azienda avrebbe qualche problemino in più. Poi senz'altro nessuno è insostituibile, ci mancherebbe, ma più il nostro lavoro è di valore, meno siamo sostituibili.
Pensaci.
Poi, lo so, non sempre è così, e "se me ne vado io c'è la fila fuori", e "dove lo trovo un altro lavoro..." e "non me lo posso permettere..." che a volte sono però dei bla bla bla che servono solo a una cosa: non farti alzare la testa e tenerti in scacco.
Quanto ancora vuoi rimanere in scacco?

S. ha fatto la sua scelta. Non ha fatto colpi di testa, non si è licenziata su due piedi, nessuna mossa avventata: ha detto, semplicemente, basta. So quanto valgo, e se mi volete qui, mi date quello che chiedo.
E tu?

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A gennaio ho spazio per lavorare con altre persone (5) in nuovi percorsi di coaching che ti aiuteranno ad acquisire questa consapevolezza, che ha permesso già a tanti lavoratori dipendenti di cambiare lavoro, o cambiare le carte in tavola nel lavoro che già facevano, migliorando posizione e retribuzione. Non vendo fuffa, non ti prometto che dopo che avrai lavorato con me ti si apriranno le porte del paradiso, e che andare al lavoro diventerà la cosa più bella del mondo e ogni giorno ti alzerai con il sorriso pronto per varcare la soglia dell'ufficio (o quella dello schermo del pc) - quello non succede a nessuno, non 365 giorni all'anno! E' fuffa!!!
Ma di certo alcune porte si apriranno, soprattutto dentro di te, e ti faranno vedere nuovi orizzonti.

Pront@ a provare?
L'incontro conoscitivo è gratuito e senza impegno, non forzo la mano a nessun@, mai. Ci conosciamo e vediamo se c'è feeling, e se possiamo lavorare bene insieme. Poi a te la decisione.
Scrivimi qui per fissare un appuntamento, ti aspetto!

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Se è un po' che leggi questa newsletter, ti ringrazio per essere qui e continuare a seguirmi. Se sei nuov@ spero che gli esercizi di benvenuto che arrivano via mail (una alla settimana) ti siano piaciuti, e anche questa newsletter. Grazie per la fiducia!

Se penso a come è successo che mi sono ritrovata a parlare di lavoro, fatico a rispondermi, o meglio faticavo, perché ultimamente ho avuto un'epifania, mi sto rendendo conto del perché: in casa mia se n'è sempre parlato un sacco, di lavoro e di diritti - mio papà faceva il sindacalista - ma anche nell'ambiente più allargato se n'è sempre parlato tanto, ma non delle beghe quotidiane con il collega o il capo ma di questioni più... alte, le definirei. Che senso ha il lavoro che facciamo, cosa ci da e cosa ci toglie, cosa ci permette e cosa ci impedisce, quali condizionamenti sociali e culturali abbiamo e subiamo, quali fili legano il lavoro e la società in cui viviamo. Ci sono sempre stata immersa e i risultati si vedono :-)
E io ho sempre cercato di fare lo stesso, di rivolgermi al singolo ma di farne anche una discussione, e una riflessione, più collettiva, plurale.

Questa NL al momento è in fase di trasformazione, anche grazie a questa epifania come avrai intuito. Qualcosa bolle in pentola, ma non so ancora bene cosa sia. Sicuramente questa NL subirà dei cambiamenti, ma non sostanziali, non preoccuparti: continuerò ad occuparmi dei temi lavorativi, di dipendenti, di imprese, di lavoro in proprio. Di lavoro, insomma. A modo mio e sulla base della mia esperienza e di quel che leggo, sento, ascolto dalle persone che entrano nel mio mondo.
Anzi se c'è qualche tema che ti sta particolarmente a cuore, fammelo sapere; se posso, ne scrivo o me ne occupo, oppure mi informo, studio, e poi ne scrivo qui, a beneficio di tutt@.
Ricordando sempre, e partendo dal presupposto, che il lavoro è tanta parte della nostra vita, ma che non è la nostra vita.
E io questa cosa me la voglio ricordare ogni giorno: è la vita che deve girare attorno al lavoro e non viceversa.

A presto, e buone feste!
Lavinia

Chi sono

Sono una Job coach e una Life coach: il mio lavoro è aiutare le persone a essere soddisfatte del lavoro che fanno e felici della vita che conducono, supportandole nella fase del cambiamento verso una nuova strada, sul lavoro e nella vita.
Perché la strada giusta c’è, per ognuno di noi.
A volte però abbiamo bisogno di qualcuno accanto che faccia il tifo per noi, ci aiuti nella ricerca, ci dica come fare per trovarla, abbia una parola di conforto: quella sono io.
Se vuoi vedere cosa faccio, puoi dare un'occhiata qui.
Sono sorridente, di poche parole ma sono molto brava ad ascoltare perché sono un’introversa.
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