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Riflessioni di un anno bisestile


La niuzletter degli introversi 29 febbraio 2020, n. 19

Ciao!
Parlo di introversi perché sono un'introversa, non perché abbia particolari conoscenze sul tema, salvo quelle che mi sono fatta fin qui, vivendo, leggendo, studiando in autonomia.
Siccome non ho trovato nulla, in italiano, sul tema, salvo un libretto di uno psicoterapeuta che non mi è molto piaciuto, perché trattava l'introversione come un qualcosa di cui 'liberarsi', da 'superare' per poter vivere una vita felice, ho deciso che potevo provare a parlarne io, partendo dalla mia esperienza personale, da quello che ho studiato, dalla 'naturale' mia frequentazione con tanti introversi, clienti compresi.

L'approccio all'introversione come a qualcosa che bisogna superare non mi è mai piaciuto insomma. E del resto di recente è la scienza stessa ad averci rivelato che non è proprio facile 'liberarsi' dall'introversione, che non è un tratto genetico ma ci assomiglia molto, quindi non è che puoi svegliarti una mattina e dire 'da oggi basta! Sarò un estroversa/o!' (se per caso avevi questa convinzione, puoi abbandonarla seduta stante).
E nemmeno puoi dirti "beh vabbè me ne frego, mi comporto da estroverso e bon" perché non ti verrebbe altrettanto bene e soprattutto ti porterebbe abbastanza rapidamente all'esaurimento: siamo diversi, funzioniamo in modo diverso, non possiamo non tenerne conto.

Quindi, che dire: se ne comincia a parlare anche qui, in Italia intendo, e se ne parla già da un pezzo negli Usa e nel mondo anglosassone (le mie fonti sono tutte in inglese), e con un approccio un po' meno accademico e un po' più pratico, che è quello che interessa alle persone poi, no? Non mi serve solo sapere se sono introverso o estroverso, mi serve sapere cosa significa nella mia vita reale, di tutti i giorni, come posso vivere bene ed essere felice.
Sì perché non è che la felicità sia solo riservata agli estroversi, anzi!
Il punto vero è che gli introversi spesso (spessissimo) non sanno di esserlo, o se lo sanno, nessuno gli ha spiegato cosa significa.
Risultato: si sentono semplicemente diversi e impossibilitati a raggiungere quella felicità che sembra sprizzare da tutti i pori degli estroversi (ridanciani, caciaroni, simpatici, di compagnia, sempre con la battuta pronta, ecc ecc).

Quindi ecco perchè questa newsletter: per dire che non hai nulla che non va, che puoi trovare anche tu l'amore e la felicità, che potrai avere una vita appagante e piena di soddisfazioni, che sì, sei diversa/o ma non vuol dire che sei hai qualcosa che non va.
E perché se me lo avessero spiegato anche a me molti anni fa mi sarei risparmiata un sacco di delusioni/paranoie/frustrazioni ecc. che a volte sembrano essere patrimonio esclusivo degli introversi (ma non è vero, by the way).

Febbraio

Ehi 29 giorni quest'anno, così ho avuto 24h in più per scrivere questa newsletter!
Questo mese sono stata parecchio al chiuso, a casa ma non solo, a scrivere contenuti, a riflettere, ad aspettare che passasse questo freddo che non sopporto.
Ho conosciuto lo stesso un sacco di persone (incredibile per un'introversa eh?) che mi hanno contattato per lavorare insieme, e anche perché mi occupo di questo tema, e la cosa non può che farmi piacere. Alle volte bastano davvero poche parole che sanno di balsamo sulle ferite per vedere le cose da un altro punto di vista e sentirsi meno soli.
Quindi questa NL è venuta fuori molto introspettiva, così, forse era inevitabile.

Poi è arrivato anche il coronavirus in questo febbraio bisestile, ma vabbè, per quanto mi riguarda mi ha permesso di restare più a lungo in montagna dove mi/ci è arrivata la notizia delle scuole chiuse. E con questo chiudo l'argomento.

Una canzone

Vista l'introspezione di questo febbraio appena trascorso e visto che erano davvero tanti anni (incredibile!) che non l'ascoltavo:
The sound of silence



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Simple Abundance


Simple Abundance è un libro un po' particolare che ho letto e 'praticato' per la prima volta nel 2016 (ma è stato pubblicato negli USA nel 1995 ed è stato per molti anni in testa alla classifica non-fiction del New York Times).
Lo scorso novembre 2019 è uscita la versione rivista e aggiornata: l'ho subito acquistata.
È un tomo di 600 pagine, ma in realtà per ogni giorno dell'anno (dal 1° gennaio al 31 dicembre) propone un breve testo da leggere, ed è uno strumento per praticare la gratitudine e per riconoscere e 'vedere' tutto ciò che di bello - a volte meraviglioso - è presente nelle nostre vite.
Io l'ho trovato delizioso e potentissimo la prima volta che lo lessi, ed è per questo che ho deciso di rifarlo in questo 2020.
Proprio oggi, 29 febbraio, l'autrice ci chiede di scegliere: o continui e ti impegni in questa avventura, o puoi abbandonare. Quindi questa è l'ultima chance se vuoi unirti!
Il libro che ti serve è Simple Abundance, di Sarah Ban Breathnach (e se te lo stai chiedendo sì, è solo in inglese).
Il mio gruppo Fb '2020 Simple Abundance' lo trovi qui.


Ti aspetto!


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Sono una Coach (Life & Job le mie specialità), il che significa che alleno, ma non a uno sport: alleno le persone a fare le cose diversamente da come le hanno sempre fatte, e le aiuto così a essere soddisfatte e felici del lavoro che fanno e di ciò che sono. Insieme troviamo una nuova strada, sul lavoro e nella vita.
Perché la strada giusta c’è, per ognuno di noi. A volte però abbiamo bisogno di qualcuno accanto che faccia il tifo per noi, ci aiuti nella ricerca, ci aiuti a capire meglio cosa ci accade, creda in noi: quella sono io.
Sono sorridente, di poche parole ma sono molto brava ad ascoltare (perché sono un'introversa - ma questo lo sai già!).
Quando vuoi contattarmi, puoi farlo qui

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