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Cose successe questo mese
Newsletter Lavoro 16 gennaio 2020
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Sono rientrata al pc il 7 gennaio e sono stata travolta da diverse notizie che mi hanno colpita e fatto riflettere: una mia cliente si è 'dimessa', una cara amica è stata definita 'esubero' e ugualmente lasciata a casa, diverse persone mi scrivono che vogliono cercare di dare un senso a un lavoro che, per loro, senso non ne ha più.
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Dapprima ho catalogato queste notizie nel file 'negative', poi mi sono detta: ma perché?
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Non ci possiamo vedere anche qualcosa di positivo?
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È vero che essere lasciati a casa non è esattamente una cosa meravigliosa, e non intendo sostenerlo. Ci assalgono pensieri tragici che vanno dal 'come farò a sopravvivere' al 'sono un buono a nulla', con tutto quello che vi potete immaginare in mezzo.
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Credo però anche che essere lasciati a casa - meglio se con un congruo assegno, ovvio - non sia una disgrazia senza soluzione: questo è quello che dice o che pensa la gente attorno a noi, ma noi possiamo provare a pensare diversamente. Lo so, non è affatto facile. Ma si può fare.
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Per esempio, mi viene da pensare: se il lavoro era diventato pesante e insopportabile, forse il fatto di essersene 'liberati' è un'ottima opportunità da cogliere, forse addirittura un'opportunità che da soli non ci saremmo mai dati, e invece eccola lì, servita su un piatto d'argento.
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Quindi dico: non tutto il male viene per nuocere, e dopo essersi dati un po' di tempo per essere tristi, delusi, arrabbiati, eccetera, si può riprendere in mano la situazione, mettersi al timone, guidare invece che farsi trascinare, e cominciare a riflettere su ciò che si desidera fare. E magari darsi un po' di tempo per fare tutte queste cose (e ognuno ha i suoi tempi, e va bene così!), evitando di farsi tiranneggiare da quelli che ti chiedono ogni tre minuti - o ogni volta che ti incontrano al bar - allora??? Hai mandato cv a manetta? Hai trovato un altro lavoro? E cosa fai tutto il giorno? E cosa farai???
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Che poi - lo dico ufficialmente - mandare cv a pioggia non serve a un bel niente.
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E la tragedia non è imminente, non per tutti almeno.
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Un altro mio neo-cliente, fatti i suoi conti, nei giorni scorsi mi ha detto che ha deciso che il prossimo dovrà essere un lavoro che fa con soddisfazione e quindi si è preso del tempo per 'lavorarci su'. Con me.
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Simple Abundance!
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Simple Abundance è un libro un po' particolare che ho letto e 'praticato' per la prima volta nel 2016 (anche se è stato pubblicato nel 1995!).
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Lo scorso novembre 2019 è uscita la versione rivista e aggiornata, ed è subito planata sul mio comodino.
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È un librone con un breve testo da leggere ogni giorno, come vedi nella foto sopra (tra l'altro bella domanda eh?), ed è uno strumento per praticare la gratitudine e per riconoscere e 'vedere' tutto ciò che di bello - a volte meraviglioso - è presente nelle nostre vite.
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Io l'ho trovato delizioso e potentissimo la prima volta, ed è per questo che ho deciso di rifarlo in questo 2020.
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Siccome ci sono un po' di persone che hanno deciso di seguirmi in questa avventura, ho creato un gruppo Facebook in cui scambiarci opinioni, confrontarci su quello che succede nelle nostre vite con questa lettura, raccontarci quel che ci ha ispirato...
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Se ti va di unirti, ovviamente devi prima procurarti il libro (e se te lo stai chiedendo sì, è solo in inglese): Simple Abundance, di Sarah Ban Breathnach.
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Chi sono
Sono una Job coach e una Life coach: il mio lavoro consiste nell'aiutare le persone a essere soddisfatte e felici di quello che fanno e di quello che sono, aiutandole a trovare una nuova strada, sul lavoro e nella vita. Perché la strada giusta c’è, per ognuno di noi. A volte però abbiamo bisogno di qualcuno accanto che faccia il tifo per noi, ci aiuti nella ricerca, ci dica come fare per trovarla: quella sono io.
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