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Estate di pandemia


La niuzletter degli introversi 30 giugno 2020, n. 23
club degli introversi
Ciao!
In questa estate un po' particolare, siamo al 30 giugno e io non ho ancora deciso che fare. So che andrò via dalla mia Milano, ma non so bene dove, ho le idee molto confuse.
Soprattutto ho il cervello che non risponde più ai miei comandi, o che lo fa molto (ma mooooolto) lentamente: il segnale più chiaro che sono stanca e devo fermarmi.
Sicuramente un po' è l'introversione, un po' anche la stanchezza in questo momento dell'anno, e poi il caldo; e su tutto l'aggravante della pandemia. Insomma un mix un po' impegnativo, quasi preferisco il tour de force delle feste e dei saggi di fine anno delle mie figlie...!
Il fatto che essere introversi fosse 'stancante' è un aspetto di cui mi sono resa conto solo in epoca recente, e che ovviamente prima non mi spiegavo: perché mi affaticano delle attività che ad altri danno energia o comunque fanno stare molto bene?
E come fare per evitare che questa stanchezza diventi persistente?
Ovviamente il primo passo è riconoscere di essere introversi, e il secondo sapere che le interazioni sociali ci affaticano (molto), ci succhiano energie.
Ma qui parlo di un passo ulteriore.
Parlo del fatto che noi introversi siamo come le batterie: quando siamo 'esauriti', non funzioniamo. Dobbiamo fermarci, metterci in modalità "ricarica" e solo dopo riprendere le nostre attività. Ci sono introversi che hanno ben chiaro questi concetti, ci sono anche diversi livelli di capacità di reggere le attività estroverse da parte dei diversi introversi: ma in ogni caso, a un certo punto, chi prima chi dopo, dobbiamo fermarci e ricaricarci.
Il problema è che spesso facciamo fatica noi per primi a capire che cosa ci sta succedendo, a capire che quella stanchezza è dovuta a troppa attività sociale (anche perché quando uno è stanco, non è che si chieda da dove arriva, vorrebbe solo riposare o levarsela di torno, no?). In ogni caso, una delle cause potrebbe essere l'introversione: abbiamo fatto troppi meeting, visto troppa gente, partecipato a incontri/eventi o quant'altro con molte persone, interagito troppo, e ci siamo esauriti.
Il problema per me è capire dove si trova questo 'troppo'. Quando è troppo? Dove sta la soglia?
Purtroppo la cattiva notizia è che non c'è una risposta che va bene per tutti, ognuno deve capirlo da sé, facendo esperimenti e vedendo cosa succede.

Nelle ultime 3 settimane ho fatto lezione 2 ore a settimana. Quello per me è stato tanta, davvero tanta fatica (parlare con tante persone, parlare per due ore di fila, ascoltare ma non vedere bene - era tutto online -); oltre a questo ci sono state numerose call con i clienti, lavoro vario da fare, interazioni da svolgere. E poi c'è la vita con due figlie e un marito. E poi gli amici (un caffè, due chiacchiere, una telefonata, un incontro casuale...). Tutte interazioni sociali che, sommate, sono davvero troppo. Arrivo al punto di cambiare marciapiede se vedo qualcuno che conosco che potrebbe bloccarmi a fare due chiacchiere... aiuto!
Il mio cervello non ce la fa più, mi 'pesa', non riesco a mettere in fila i pensieri, mi sento come 'annebbiata' e fare cose che farei normalmente ad occhi chiusi mi richiede tantissimo impegno.
In quei momenti, se posso, prendo ed esco, da sola, a camminare. Oppure mi chiudo in una stanza a leggere. Oppure guardo fuori dalla finestra e faccio andare i pensieri liberi. O mi chiudo in una stanza a fare yoga. Ricerco il silenzio o i rumori della natura.
Ma tutto questo nei mesi scorsi è stato davvero complicato... difficile. Altre 3 persone in casa, che parlano, ascoltano musica, fanno cose...
Così mi sono dovuta accontentare di piccole ricariche, che alla lunga non 'tengono' più di tanto.
Il risultato, e lo so bene, è che sono esausta, e le piccole ricariche che ho utilizzato finora non funzionano più, mi serve di più, molto di più: più tempo per me, per starmene a fare nulla, a leggere, a guardare film, a camminare, a ritemprarmi in una parola.
Tu cosa fai in queste situazioni? Ti ci sei mai ritrovato? Hai mai pensato che potesse essere 'solo' la tua introversione?
Io l'ho capito - finalmente - e allora cerco sempre di trovarmi del tempo e dello spazio per me; poi so che ci sono periodi in cui non riuscirò a farlo e che saranno pesanti, ma so anche che hanno una fine, e che dopo dovrò (dovrò!) riposarmi a lungo.

Come adesso. Da domani.



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Luglio

Sto dando fondo alle mie energie residue (era abbastanza chiaro?!), e il caldo non mi aiuta per niente. Ho fatto una settimana al mare e mi sono un po' ripresa, ma il mare non è riposo per me, è sempre faticoso d'estate. Lo preferisco in altre stagioni.
A luglio non farò... nulla, o meglio: nulla di 'visibile': niente newsletter, niente post del blog, e niente incontri con le persone, salvo terminare qualche percorso.
E' il momento del riposo e dello studio, della lettura, della scrittura e dei corsi (quelli che avrei voluto fare durante il lockdown, ma che non ho avuto assolutamente tempo di fare!).

Se però vuoi seguire quello che faccio:
Puoi guardare il lavoro che faccio con le persone qui sul mio sito.

Puoi anche leggere il mio blog, dove scrivo quasi tutte le settimane (tranne le prossime e fino a settembre, però ci sono lo stesso un sacco di articoli!)

Oppure ancora puoi guardare questa diretta Facebook che ho fatto lo scorso 16 giugno con la mia Mastercoach Francesca Zampone (altra attività un filo faticosa per me...!)

Sono poi da poco su Instagram, non posto tantissimo, ma se ti va di seguirmi mi trovi come laviniacoach (credo che posterò montagne, prati e libri!).

Altrimenti mi trovi su Linkedin.

E' tutto!



Ti auguro una piacevolissima (e riposante!) estate, e ci risentiamo a settembre.

Lavinia
_lavinia basso
Sono Lavinia e sono una coach.
Parlo di introversi perché sono un'introversa, non perché abbia particolari 'lauree' sul tema salvo quelle che mi sono fatta fin qui, vivendo, leggendo, studiando in autonomia.
Parlo di introversi e introversione perché non ho trovato nulla, in italiano, sul tema, salvo un libretto di uno psicoterapeuta che non mi è molto piaciuto (perché trattava l'introversione come un qualcosa di cui 'liberarsi', da 'superare' per poter vivere una vita felice) e un altro libro scritto da un coach (Introversi è meglio, di Marco Bonora), simpatico ma diverso da me.
Allora un giorno ho deciso che potevo provare a parlarne io, alla mia maniera e partendo dalla mia esperienza personale, da quello che ho studiato, e dalla mia frequentazione con tanti introversi, clienti compresi.
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