Che cosa significa stare da soli? Stare da soli non significa necessariamente essere soli. Stare da soli significa stare in compagnia della tua vera anima gemella: te stesso. Perché poi, si sa, tutto comincia da noi stessi: la relazione con i nostri figli, con il partner, la famiglia, i tuoi amici. Il tuo lavoro, i tuoi sogni e i tuoi obiettivi. Il modo in cui ti muovi nel mondo. Tutto comincia con TE.
È un po’ come quello che dicono in aereo: prima mettiti TU la maschera dell’ossigeno, e poi mettila a chi ti sta accanto.
È proprio così! Se conosci te stesso, credi in te stesso, se riesci a sederti con te stesso e provare quello che provi, sapere ciò che sai, allora puoi esserci per chiunque altro quando ne avrà bisogno. Solo andando fino alla radice di chi sei veramente potrai essere di un qualche aiuto a chi ti sta intorno.
Come si crea una buona relazione con se stessi?
Basta solo un po’ di pratica, un po’ di esercizio; e quando riusciamo a star lì, nel nostro spazio sacro di solitudine, ecco che finalmente riusciamo ad affrontare qualsiasi cosa.
Ci sono periodi della nostra vita in cui per forza di cose dobbiamo occuparci di qualcun’altro: i figli, i genitori, altre persone a cui vogliamo bene che non riescono a prendersi cura di se stessi. E lo facciamo, a volte stringendo i denti, ma lo facciamo, perché sono le persone a cui teniamo, a cui vogliamo bene. Il problema è che ci dimentichiamo di noi stessi. ci dimentichiamo che per essere in grado di prenderci cura degli altri, dobbiamo anche prenderci cura di noi stessi. Come fare?
Molte volte leggiamo di self care, di prendersi cura di sé, ma troppo spesso (quasi sempre) questo ‘prendersi cura di sé’ implica fare qualcosa. E va bene eh? Fare yoga, farsi un massaggio, andare alla spa o qualsiasi altra cosa ti venga in mente, non può che fare bene, farci bene. Ma non sarà che prima di fare qualcosa dobbiamo allenarci in qualcos’altro? Non ci sarà un pre-requisito?
Stare, con coraggio
Noi introversi credo ne abbiamo una discreta (anzi: molto buona!) esperienza: si tratta di stare, con se stessi e nessun altro, per un po’ di tempo, avere la pazienza di aspettare, e il coraggio di guardare cosa accade.
Alle volte mi vengono idee, anche troppe a dire il vero. Qualcuna la scarto quasi da subito, qualcuna resta lì e viene scartata dopo un po’, qualche altra resta lì e poi viene ‘pescata’ molto tempo dopo. Non sono una che decide su due piedi, quasi mai se si tratta di cose importanti. Ho bisogno che i pensieri restino lì per un po’: a volte sopravvivono – e questo è già un punto a loro favore – a volte no, e va bene uguale.
Ma il momento dello stare, senza fare assolutamente nulla, e aspettare che le idee si chiariscano, per me è fondamentale, ed è il risultato di una connessione profonda con noi stessi. Come si raggiunge questa connessione? Trascorrendo un po’ di tempo di qualità con sé stessi. A fare niente.
Gli introversi e lo ‘stare da soli’
Gli introversi hanno una marcia in più in questo, essenzialmente perché hanno alle spalle una grande pratica. Tuttavia a volte anche loro a volte incontrano delle difficoltà.
Se sei cresciuto con l’idea che gli altri sono da mettere sempre al primo posto, è dura.
Se la vita ti ha dimostrato che trascorrere del tempo da soli significa che c’è qualcosa che non va in te (già sentita?), è molto dura.
Se hai sempre pensato, perché così ti hanno insegnato, che le persone che mettono se stesse e i propri bisogni prima di qualsiasi altra cosa sono egoisti ed egocentrici, è davvero dura.
Però non impossibile! Il primo, enorme, passo da fare da fare è provarci, mettendo da parte – almeno per un po’ – le proprie convinzioni (o quelle altrui) riguardo al ‘passare del tempo da soli’ e, semplicemente, farlo. Anche facendo niente! Senza pensare che siamo egoisti, che è spaventoso e ci fa una paura fottuta o che rimarremo soli per sempre (Gulp!).
Prenditi del tempo per stare con la persona che ha più bisogno di te, del tuo amore e della tua attenzione: te stesso.