Lo dicono gli esperti: le video call sono un discreto un incubo per noi introversi, ora che a causa della pandemia molta della nostra vita sociale si è spostata online. A prima vista potrebbe sembrare una cosa interessante e bella per gli introversi: il mondo virtuale è quello in cui spesso ci muoviamo con agio, non dobbiamo neppure lasciare la nostra casa! Possiamo socializzare comodamente dalla nostra camera, evitando la folla e rimanendo in pigiama. Ma la verità è un po’ diversa, e le video call sono un po’ diverse da essere il paradiso degli introversi.
(articolo tradotto da Introvert, Dear)
La realtà è che le video call sono una reale fatica per tutti, estroversi e introversi, ma per questi ultimi lo è un po’ di più.
Secondo Thea Orozco, autore del libro The Introvert’s Guide to the Workplace durante le video call il cervello deve lavorare maggiormente per interpretare il linguaggio non verbale e il tono della voce. Ciò implica dover prestare più attenzione e quindi fare più fatica, bruciare più energia.
Inoltre, poiché in genere le persone mostrano solo la loro faccia, si perdono dettagli importanti: come si muovono le mani, cosa succede alle braccia (se sono incrociate oppure no), se la persona sta sbattendo nervosamente un piede, eccetera. “Ci perdiamo un sacco di indizi utili e quindi il nostro cervello si mette a rimuginare ancora di più per scovare altrove questi indizi per compensare questa mancanza di informazioni, e quindi consumiamo molta più energia”, spiega Orozco.
Allo stesso modo, le video calls creano una strana dissonanza. Gianpiero Petriglieri, professore associato alla INSEAD, racconta alla BBC che sebbene le video call tengono insieme le nostre menti, i nostri corpi sono separati gli uni dagli altri e “questa dissonanza, che causa emozioni contrastanti alle persone, è estenuante, non ci si riesce a rilassare come in una conversazione dal vivo”.
E poi c’è il problema del silenzio: mentre nelle conversazioni dal vivo i momenti di silenzio creano un ritmo naturale, nelle video call il silenzio ti fa preoccupare: non funziona la connessione? Si è chiuso Zoom? Perché non ti sento???
Online, il silenzio può dare un’impressione sbagliata (…).
Infine, una video call può rapidamente trasformarsi in un brutto episodio di “Black Mirror” — uno di quelli in cui sei bloccato mentre guardi i tuoi compagni di call sullo schermo e simultaneamente cominci a fare uno show tutto tuo. Davanti allo schermo, diventa quasi impossibile non guardare la tua stessa faccia, e anche questo risucchia parecchie delle nostre energie.
Cosa succede agli introversi in una video call?
Quindi prendiamo questa situazione, già di per sé ‘energy draining’ e buttiamoci dentro un introverso: cosa gli succede?
Sappiamo già che gli introversi sono più predisposti alla ‘fatica sociale (o relazionale)’. Ma la fatica è solo uno dei gironi infernali delle video call, che presentano un certo numero di sfide aggiuntive per noi ‘tranquilli’, che gli estroversi non devono affrontare.
Se sei un introverso saprai senz’altro che le migliori idee ti vengono dopo che hai avuto la possibilità di rifletterci sopra (solo a me le buone idee vengono il giorno dopo???). Le video call sono dunque inadatte, non permettono a un introverso di giocarsi questa carta, dice Orozco. In più, “siccome è difficile durante una video call capire quando qualcuno ha finito di parlare, l’introverso, che ha bisogno di fermarsi e di raccogliere i pensieri anche mentre parla, rischia di essere interrotto di frequente, aggiungendo frustrazione a frustrazione”.
E poi c’è anche la pandemia!
In una situazione diversa, le video call sarebbero meno pesanti. Ma in questo periodo di pandemia, le nostre energie sono ai minimi, magari non dormiamo bene, magari ci sentiamo più stanchi del solito: per stare allerta, come sempre durante una crisi, ci vuole tanta energia.
Questa mancanza di energia è doppia per gli introversi: “Anche se potrebbe sembrare che la pandemia sia il paradiso degli introversi, ha invece portato molti introversi a essere ancora più privi di energie, perché sono costantemente gomito a gomito con qualcun’altro, possibilmente dei famigliari estroversi” continua Orozco (eccomi!) “e molti introversi hanno scoperto che lavorare da casa significa molti più meeting!”.
Eh già. Anche se molti introversi odiano andare in ufficio tutti i giorni, in realtà quello evita tutti questi meeting… perché i manager devono semplicemente ‘controllare’, o perché devono fare team building in questo particolare momento, o ancora per prendere decisioni. Ugh.
“Ciò che sto scoprendo è che siamo tutti esausti, non importa se siamo introversi o estroversi” dice Petriglieri. “Tutti stiamo facendo la stessa esperienza di ‘distruzione’ del contesto familiare in questa pandemia”. Non è solo il fatto che prima molti di noi avevano spazi separati per i diversi aspetti della nostra vita – lavoro, scuola, amici, famiglia – e che ora tutto avviene tra le quattro mura di casa. La teoria della cd. self-complexity suggerisce che ci sono molteplici aspetti che costituiscono il senso di sé di una persona, e molti di questi aspetti dipendono dal contesto. In altre parole, siamo una persona leggermente diversa al lavoro, a scuola, con un amico o con un altro – e questa varietà è molto sana. Quando questi aspetti vengono limitati, diventiamo più vulnerabili rispetto alla tristezza e all’ansia. “Siamo confinati nei nostri spazi, nel contesto di una crisi molto ansiogena” dice Petriglieri “e il nostro unico spazio per l’interazione è lo schermo di un computer.”
Come combattere la fatica delle video call?
Dato che dovremo utilizzare le video call ancora a lungo, vediamo come fare perché gli introversi sopravvivano 🙂
Parlarne con i diretti superiori, suggerisce Orozco. “Molte persone stanno avendo a che fare con la ‘fatica pandemica’, in aggiunta alla fatica da video call, ed è molto probabile che anche il tuo capo stia facendo fatica. Parlatene assieme e prova a proporre una soluzione. Per esempio al posto del check mattutino sulla to-do list con una video call, perché non utilizzare un documento condiviso in cui sottolineare le cose più importanti della giornata”.
E ai manager: per favore diminuite al massimo il numero dei meeting. “Prima di fissare un meeting, i capi dovrebbero stabilire l’obiettivo della video call, e capire se lo stesso risultato può essere ottenuto in un modo meno intenso, come per esempio via mail” dice Orozco.
Per quanto riguarda amici e familiari, adottate lo stesso approccio minimalista: non avete bisogno di inventare scuse per evitare una call di gruppo, un No gentile ma fermo basterà. Se non volete dare una spiegazione, fatela semplice e onesta: “Non ce la faccio a fare una call ora”, “Ho bisogno di un po’ di tempo per me” o anche, “Sto cercando di limitare il tempo davanti allo schermo”.
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