Dire di no è difficile, per troppe persone molto difficile. Eppure potrebbe essere la nostra salvezza se solo ci convincessimo – e ci ripetessimo – che tutte le volte che diciamo un sì agli altri diciamo contemporaneamente un no a noi stessi. No a fare quello che ci piace e quello che ci va.

Siamo così poco abituati a dire di no che quando lo facciamo, al ‘No’ facciamo seguire una lunga e articolata serie di spiegazioni e giustificazioni che rendono evidente a chi ci ascolta che pronunciare quel no per noi è stato davvero faticoso e che meno faticoso sarebbe stato dire sì. E diamo anche l’impressione di non esserne troppo convinti. Ed è vero!

Allora forse dovremmo allenarci a dire, semplicemente, ‘No’ – e come dice il titolo di questo post, considerarla una frase completa. Imparare a dire di no e rispettare i nostri confini è molto importante e aiuta la nostra autostima: ci ricorda che siamo importanti quanto gli altri, né più né meno.

Saper dire di no, e saper dire di no e basta a maggior ragione, è il risultato, la conseguenza, di esserci creato dei confini molto precisi, chiari, rispetto a quello che possiamo e vogliamo fare del nostro tempo e dei nostri spazi, il che a sua volta ci permette di focalizzarci sulle cose importanti piuttosto che disperdere le nostre energie nel fare quello che – spesso in continuazione, grazie alla nostra proverbiale disponibilità – ci chiedono gli altri.

Dire di no è faticoso

Dire di no risulta molto difficile a molte persone perché per conta sensi di colpa: ‘che persona orribile sono!‘, pensiamo che le cose andranno a rotoli e che non stiamo facendo abbastanza se osiamo dire dire di no. Se ci pens aim razionalmente, sappiamo che non è così, ma in certi meccanismi la razionalità resta fuori dalla porta. perché in realtà nessuno sforzo sarebbe abbastanza. Eppure, è il senso di colpa a prevalere.

Inoltre, la nostra cultura è molto orientata – e presta enorme e irrealistico valore – alla cd. ‘busyness’, il fatto di essere super occupati; ne parlavo proprio di recente con un cliente: se non sei impegnato a fare qualcosa, possibilmente qualcosa di utile e produttivo, allora stai semplicemente perdendo tempo. Peccato che anche quel ‘perdere tempo‘ ci è necessario, come esseri umani, per ricaricare le pile, sviluppare la nostra capacità critica e di rielaborazione del pensiero, stimolare la creatività: se il cervello non è libero di vagare dove vuole, tutto questo fa fatica ad accadere.
Invece, se il nostro dire di no è fatto al fine di avere tempo per noi stessi o addirittura per fare niente (!) ci sentiamo non a posto con noi stessi.

No + una spiegazione: perchè?

E ancora: il fatto di non sentirci a posto con la nostra coscienza, che ci dice che siamo egoisti, che non dovremmo fare così, che non si fa, ecc, ecc., fa sì che anche quando riusciamo faticosamente a pronunciare un no, lo facciamo seguire da una lunga dissertazione a giustificazione della nostra ‘inadeguata’ risposta: è per questo motivo che, invece, dovremmo provare a considerare il NO una frase completa.

“No.” Punto. E’ difficile. Soprattutto può suonare maleducato, a noi stessi e a chi abbiamo di fronte. Ma ci si può provare, no? Usando un tono gentile. oppure potreste spingervi un po’ più in là e di fronte al sicuro ‘perché?‘ del vostro interlocutore, mostrare un po’ di vulnerabilità dicendo una cosa tipo: ‘Sono molto stanca in questo momento e non ho le forze per farmi carico di altro’.
Di solito funziona, il nostro interlocutore non insiste oltre. Ma c’è anche un effetto collaterale interessante: di solito anche gli altri vengono ispirati a fare altrettanto o a riconoscere che siamo stati coraggiosi a dire quel no.

Dire di no, senza dire no

Se invece non ti ho convinto, o se comunque fai davvero fatica a dire un No secco, ci sono comunque altre ‘formule’ che si possono usare e che portano allo stesso risultato (le ho provate e funzionano davvero!):

  1. dire: ‘Non posso’, ‘Non riesco’
  2. dire: ‘Fammici pensare’, o ‘Vediamo’ (usate tantissimo con i figli!)
  3. offrire un’alternativa ‘No (= non posso farlo), però posso fare quest’altra cosa (e si tratta di una cosa che preferisci fare rispetto a quella richiesta, e che fai volentieri).

Io dico che val la pena provare… Come tutte le cose, è un allenamento, un qualcosa che pian piano che ripetiamo diventa un’abitudine, e non ci facciamo neanche più caso. Più lo fai, più facile diventa. Più facile diventa, e meno ti senti in colpa – anche perché ti accorgi che non cade il mondo, anzi!)

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