Dove sono finiti i nostri desideri? Ne abbiamo? E quanto siamo aperti alla possibilità di realizzarli? Poco, temo.
Cosa voglio dire con ‘aprirsi alla possibilità di realizzarli’? Stamattina una persona mi ha fatto pensare a questo, raccontandomi che ogni volta che torna da un viaggio si sente onnipotente e capace di fare qualsiasi cosa, piena di idee e con il desiderio – e la volontà – di realizzarle ‘perché in fondo tutto è possibile’.
È una visione molto bella, trovo, l’idea di almeno poter immaginare di fare qualcosa delle tante che desideriamo, di non pensare che ci sia nulla di veramente impossibile o irraggiungibile. Perché porsi dei limiti, delle barriere? Perché dirsi che si è troppo vecchi, o troppo giovani, o troppo impegnati o troppo senza soldi? Perché non lasciare aperta una porta alla possibilità, al sognare ad occhi aperti e lasciare che la mente vaghi alla ricerca di possibili soluzioni per raggiungere l’obiettivo che desideriamo?
Credo di poter rispondere: perché ci spaventa.
Ci spaventa anche solo immaginare di cosa saremmo capaci, se solo ci mettessimo d’impegno, e di conseguenza ci spaventa il paragone con ciò che siamo, ciò che abbiamo, le persone che siamo e il tipo di vita che conduciamo.
Ci spaventa pensare che forse sì, potremmo davvero realizzare i nostri desideri ma… cosa penserebbero poi gli altri? Ci vorrebbero ancora bene? Ci meriteremmo ancora l’affetto di chi ci sta vicino?
E cosa fare invece se, dopo aver letto la prima parte di questo post, ci rendiamo conto che non sappiamo quali sono i nostri desideri? O non ne abbiamo?
Cosa fare se non abbiamo desideri
Ma che davvero???
Quando mi capita di incontrare qualcuno che mi dice una cosa del genere rispondo semplicemente che è impossibile. Abbiamo tutti dei desideri, sempre, solo che non ce li ricordiamo, li abbiamo dimenticati, li abbiamo messi da parte troppo a lungo, insomma ci siamo fatti travolgere così tanto dalla vita quotidiana che non ce ne preoccupiamo più, non ce ne occupiamo più.
Male, molto male. Ma niente panico, si può rimediare!
La prima cosa da fare – e la prima cosa che faccio fare ai miei clienti – è prendere carta e penna e cominciare a scrivere la lista dei desideri.
È molto probabile che dapprima ci vengano in mente le cose da fare – la classica to-do list – e allora prendiamo due fogli, due pagine, o dividiamo la pagina in due colonne: da una parte la to-do list, dall’altra la wish list.
È altrettanto probabile che ci vengano in mente un sacco di cose da mettere nella to-do list, e niente nella wish list, ma non bisogna demordere. State lì a fissare il foglio bianco ancora un po’, fatevi un caffè, o fatevelo portare, guardate fuori dalla finestra, lasciate correre i pensieri, come foste in un prato. E aspettate.
Cosa fare quando abbiamo scritto i nostri desideri
Una volta che abbiamo la nostra wish list, il che significa che siamo riusciti a mettere nero su bianco almeno 20 desideri, possibilmente 30, cosa ne facciamo?
Rileggiamoli. decidiamo se qualcosa non è un vero, nostro desiderio, ma magari è il desiderio di qualcun altro che abbiamo fatto nostro (tipicamente quelli del partner); in caso, cancelliamo: qui stiamo parlando solo dei nostri desideri, siamo noi al centro della faccenda.
Poi appendiamoli al frigo, mettiamoli in borsa o nel portafoglio, nell’agenda, quel che preferite, purché sia un posto dove possiamo rileggerli spesso, anche solo qualcuno dei tanti che abbiamo scritto: ci aiuterà tenerli sempre presenti nelle giornate a venire.
E poi ancora, se ci sentiamo di fare un passo ulteriore, rileggendoli cerchiamo di essere più precisi, di specificarli, di circoscriverli, di renderli più precisi e misurabili.
E infine, diamoci un tempo per raggiungerli, questi desideri: da 4 a 6 mesi, come preferite; mettete in cima la data in cui li avete scritti, e in fondo la data di ‘scadenza’ del vostro impegno, quando verificherete cosa è successo.