E’ un tempo, quello in cui viviamo, in cui il lavoro non potrebbe avere maggior discredito: sebbene infatti sia necessario per molti, è diventato un campo minato, un luogo dove esercitare (male) il potere, dove le persone stanno male, dove non conta tanto quello che fai ma molto più quello che mostri di aver fatto (che sia vero o no), dove le persone sfogano le loro frustrazioni extralavorative senza che nessuno dica nulla a riguardo e dove gli ambienti diventano tossici, molto spesso a partire dal vertice.

L’altro giorno, a riprova, mi è passato sotto gli occhi questo post qui del Milanese Imbruttito che la dice senza mezzi termini – e credo che la situazione non riguardi solo Milano 🙂

Questo è lo scenario di che di solito mi trovo di fronte con le persone che si rivolgono a me per uscire da situazioni pesanti e svilenti, nelle quali le persone e i loro bisogni o le loro legittime aspettative non contano nulla. Conta solo far valere la legge del più forte, del più arrogante. Conta solo chi vince, non importa se l’azienda poi ci perde.
Però attenzione, questo non è LO scenario, questo è il mio scenario (per fortuna! aggiungo). Ci sono casi e casi, e situazioni dove tutto sommato si lavora bene, dove c’è rispetto per le persone e ottima organizzazione del lavoro.

E’ anche vero che se le parole che ricorrono tra le persone che mi scrivono sono non ne posso più, e come si fa a lavorare così, qualche domanda me la faccio, perché ancora vedo una sproporzione, uno sbilanciamento verso le situazioni negative. Ma comunque, un modo lo si deve per forza trovare, per uscirne e tornare ad essere soddisfatti del proprio lavoro, anche solo soddisfatti in parte. Così ho pensato che mettere insieme le persone, unirle e riunirle, farle confrontare e discutere con la mia supervisione e facilitazione in un percorso di gruppo, perché davvero ritengo che l’unione fa la forza, la condivisione aiuta a vedere le cose sotto un’altra lente, lo scambio è utile per tutti.

Qualcosa si può fare!

Cercare una vita più serena e soddisfacente cambiando il lavoro, o cambiando il modo in cui affrontiamo il lavoro, è possibile.
Se da un lato infatti il lavoro non è più sacrificio e criceto nella ruota, ma una parte della propria personale ricerca della felicità, bisogna stare molto attenti a come ci si muove e soprattutto a cosa dare importanza. Cosa è importante davvero per te? Come e cosa puoi fare per ottenerlo? Non per forza la felicità passa attraverso la realizzazione professionale, anche se può aiutare; per alcuni è fondamentale, per altri no. E va bene così!

Nella prima edizione ‘sperimentale’ di Non ne posso più!  ci siamo interrogati su cosa, concretamente, non funzionava per ognuna delle partecipanti, nel lavoro: per ognuno è una cosa diversa. Ma capire dove sta il problema (per niente facile!) ti serve per provare a risolverlo, o per dirti: ok, non si può risolvere, devo cambiare strada.

In gruppo è andata così: abbiamo cercato di capire come gestire le situazioni difficili, come affrontare conversazioni impegnative, come chiedere un aumento, come guardare alle situazioni con altri occhi, come vendersi e comunicare il proprio valore… e molto altro!
Insieme ci siamo confrontate su quale sia la strategia migliore, quella che viene più facile e da lì partire (non bisogna per forza scalare montagne!)

feedback

Perché a volte davvero per migliorare la propria situazione basta mettere in circolo le idee, scambiarsi esperienze, scoprire che non sei l’unica persona a cui succede e che sta vivendo quella situazione, per sentirsi, tanto per cominciare, meno soli. La condivisione accelera i tempi: quello che ha funzionato già può essere copiato, anziché inventare da zero strategie: copia, applica, vedi come va dalle tue parti, in caso modifica.

Inoltre, l’intervento di un soggetto esterno che osserva e interpreta alcune affermazioni, si vedono cose che da soli non riusciremmo a vedere e si trovano strade laddove si pensava ci fosse solo un muro.

Non ne posso più! Percorso online per dipendenti disperate/i

Nel mio percorso online di gruppo Non ne posso più!” ci confrontiamo su quello che possiamo fare prima di mollare tutto, e proviamo a vedere le cose da punti di vista differenti, e anche a dirci – perché talvolta nemmeno ce lo diciamo – che la situazione lavorativa che stiamo vivendo non è accettabile, e che qualcosa possiamo fare (anziché limitarci a porgere l’altra guancia).

Cosa si può fare in questi casi, ahimè fin troppo diffusi? Cosa fare per sentirti meno frustrat*? Cosa fare per smettere di farti “incastrare” a fare straordinari (magari nemmeno pagati)? Come fare per evitare che troppe cose da fare vengano scaricate sulla tua scrivania?
Si possono fare tante cose, te l’assicuro.

Il prossimo gruppo parte in autunno. Per saperne di più puoi guardare qui, oppure scrivermi a info@laviniabasso.it.

Ti aspetto!

 

Vuoi cominciare subito a fare qualcosa? Ti senti nel tunnel e hai un bisogno disperato di una mano per uscirne, ma non sai se il mio percorso può fare al caso tuo?

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Termini & Condizioni

Prendi in mano la situazione e fai il primo passo!