INFP è l’acronimo che descrive una delle 16 personalità secondo il metodo Myers&Briggs. Le personalità INFP hanno una profonda connessione con i valori e le complessità dello spirito umano. Uno dei loro principi fondamentali è che ognuno deve essere ‘autorizzato’ – ed eventualmente aiutato – a essere veramente se stesso.

Le lettere dell’acronimo I-N-F-P ci dicono che si tratta di una persona che ha una preferenza per il proprio mondo interiore e si ‘carica’ trascorrendo del tempo da solo (Introverso), che è una persona che si concentra su idee e concetti piuttosto che sui fatti e i dettagli (iNtuitivo), che prende le decisioni basandosi sui propri sentimenti e valori (Feeling) e che preferisce lasciare la porta aperta a diverse opzioni piuttosto che seguire un piano prestabilito: ama la flessibilità e la spontaneità (Perceiving).

Le persone con questo tratto di personalità di solito tendono a mettere a disposizione uno spazio (quasi) infinito per le emozioni degli altri ma questo drena tantissimo le loro energie tanto che dopo si sentono totalmente svuotate e desiderose di ricaricarsi, e lo fanno leggendo moltissimo, o facendo maratone di film o serie tv.

Vengono indicati anche come ‘Mediatori’ o ‘Guaritori’ per la loro grande capacità di vedere la parte migliore delle persone, che gli piace aiutare nella crescita personale, nel diventare ciò che realmente sono e nel benessere in generale.
Anche comprendere se stessi e il proprio posto nel mondo è importante per le personalità INFP, ed infatti spesso esplorano queste idee proiettando se stesse nel loro lavoro.

Caratteristiche della personalità INFP

Gli INFP sono degli idealisti, fantasiosi e sensibili. Il mondo delle possibilità è per lo di primaria importanza, mentre il realismo è qualcosa di passeggero e di minima importanza.
Al momento di decidere come muoversi in una determinata situazione, i tendono a ricercare onore, bellezza, etica e virtù: ciò significa che sono guidati più dalla purezza del loro intento, che da premi o da punizioni. Le persone con questo tipo di personalità sono orgogliose di questa qualità, e giustamente; spesso, tuttavia, questa è un’arma a doppio taglio poiché non tutti ne comprendono il potere. E questo a volte può portarli a sentirsi isolati, degli outsider incompresi dagli altri.

I Mediatori spesso si perdono in pensieri profondi, godendo della contemplazione ipotetica e filosofica più di ogni altro tipo di personalità. Lasciate a se stesse, le personalità del Mediatore potrebbero perdere il contatto, ritirandosi in “modalità eremita” e ciò può richiedere agli amici o ai partner una grande energia per riportarle al mondo reale.

Per fortuna, come i fiori in primavera, l’affetto, la creatività, l’altruismo e l’idealismo del Mediatore torneranno sempre, premiando lui e coloro a cui tiene magari non con la logica e l’utilità, bensì con una visione del mondo che ispira compassione, gentilezza e bellezza ovunque vada.

Di solito sono anticonvenzionali, non si sentono legati alle tradizioni. Onesti con se stessi e con gli altri.

Lavoro e carriera per gli INFP

In generale, come per tutte le personalità, anche gli INFP prediligono lavorare in ambiti nei quali possono sfruttare le loro naturali abilità e interessi.
Per quanto riguarda la professione sono spesso dei creativi e cercano carriere che li mettano a contatto con gli altri. Anche le professioni di aiuto, che sfruttano le loro caratteristiche di grandi e attenti ascoltatori, oltre che il loro desiderio di essere d’aiuto per gli altri, li porta verso i campi dell’istruzione, del counseling, dei servizi sociali e della cura della persona. In azienda, facilmente nel settore HR, sviluppo o raccolta fondi.

Raramente la sua motivazione è costituita dai soldi o dallo status, ma piuttosto da una lavoro che sia in linea con i suoi valori e che gli consentano di prendere parte a progetti che considerano importanti. Amano il problem solving e spesso arrivano con soluzioni creative e innovative, sempre adeguate per migliorare la situazione delle persone, che poi è una delle cose che gli sta più a cuore.
Lavorano bene sia da soli sia in team anche se in quest’ultimo caso ci tengono a imprimere una nota personale al lavoro svolto.

Se fossero invece ‘costretti’ a lavorare in ambiti dove non possono o non riescono a sfruttare le proprie caratteristiche tipiche – o se incappassero in lavori del genere – si sentirebbero facilmente frustrati e ‘consumati’, drenati dalla situazione che vivono.
Come ho scritto in un altro post (che puoi leggere qui), sono sempre più convinta che anche in ambito lavorativo conoscersi bene è fondamentale per fare una scelta oculata in termini di carriera e per non ritrovarsi su sentieri che non si adattano a noi (e magari ritrovarsi infelici e insoddisfatti senza sapere il perché…).

Cosa fare per migliorarsi?

Sei anche tu un introverso INFP? (Non ne sei sicuro? Puoi fare il test che trovi su personalityhacker.com – che è tutto in inglese -, o quello di 16personalities.com, in cui il test e alcune pagine del risultato sono in italiano, ma il resto in inglese).
Se invece sei sicuro, ecco le aree nelle quali potresti trovarti in difficoltà:

  • dai tanto (troppo?) spazio alle emozioni degli altri ma spesso poi ti ritrovi solo e incapace di comunicare a qualcun’altra la profondità delle tue…
  • in maniera simile, ti dai in maniera esagerata agli altri, rimanendo poi totalmente privo di energie fisiche e intellettuali, e desiderando – o magari segretamente aspettandoti – che gli altri ti rendano il favore, ma non accade quasi mai
  • a volte sei indeciso, prendi troppi impegni e li disdici all’ultimo creando incomprensioni con gli altri; quando finalmente capisci cosa vuoi veramente, fai una grande fatica a comunicarlo.

Che fare?
– Sicuramente cercare di capire quando stai esagerando, quando stai facendo l’eroe della situazione e rischi di cadere da molto in alto e farti molto male: è il momento di prendersi una pausa, un momento per ricaricarsi.
– Ascoltare le persone che ci stanno vicino e ci conoscono bene quando ci dicono che stiamo passando il segno.
– Decidere di contare fino a 10 (magari 20) prima di prendere un impegno, o decidere di non prendere impegni per cose che non ci convincono del tutto.

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