Anima rinascimentale, multipotenziale, scanner: 3 parole che identificano quelle persone che non hanno una sola vocazione nella vita, non vogliono diventare espertissimi in un campo del sapere, in un’attività, ma vogliono spaziare tra diversi interessi, vogliono esplorare.
Ne parlo perché sento di far parte della categoria, come ho detto in altri post. L’anima rinascimentale (o multipot o scanner) è una persona più incline a perseguire molti interessi piuttosto che ridurre le proprie opzioni a una sola. Una persona che sente di non avere una sola vocazione, ma di averne molte, o almeno più di una, diciamo.
Una persona che non aspetta altro che immergersi in un nuovo problema o situazione e scavare, scavare fino a che non supera la sfida che si è dato, per poi passare a quella successiva.
Però quello che ci viene detto fin da bambini è che dobbiamo scegliere, che non possiamo fare questo e quello – ma forse…
Purtroppo la società contemporanea ci vede come ‘deficitari’, persone che non sanno quel che vogliono, che non riescono a decidere quale sia la loro strada e rimanere su quella.
Ma il punto è proprio questo: i multipot NON VOGLIONO rimanere sulla stessa strada! Vogliono fortissimamente esplorare vari campi.
E c’è stato un periodo nella storia in cui chi voleva esplorare molti campi era considerato un pregio e non un difetto: il Rinascimento.
Se pensiamo a personaggi come Pico della Mirandola, Leon battista Alberti, Leonardo da Vinci, uomini estremamente poliedrici e appassionati di una varietà di argomenti che andavano, dall’architettura, alla scrittura, alla matematica, alla linguistica, filosofia, musica, archeologia.
Non è che mi voglio paragonare a Leon Battista Alberti, né voglio dire che i multipotenziali sono tutti dei geni (Mozart era un genio, e non era decisamente un multipotenziale). Voglio solo dire che ciò che a quel tempo era considerata come una caratteristica positiva, ‘l’uomo nuovo’, oggi è visto solo ed esclusivamente come una cosa molto negativa: e allora sei un inconcludente, uno che non sa cosa vuole, uno che non riesce a decidere quale strada scegliere.
E’ sicuramente vero che ai tempi il sapere era molto meno vasto rispetto ad oggi, che oggi difficilmente si potrebbe essere esperti in tanti campi, ma resta questa insofferenza sociale molto forte verso chi non sceglie ‘una strada’ e una sola, e si attiene a quella per tutta la vita.
Alla domanda ‘cosa vuoi fare da grande’ il multipot non sa rispondere: non perché non abbia idee al riguardo, ma perché ne hanno TROPPE.
E non riesce a scegliere.
E allora si sente inadeguato, incapace, con qualcosa che non va.
Succede quindi che i multipot facciano spesso scelte chiudendo gli occhi, senza troppa consapevolezza di cosa sono veramente e di quali sono le loro peculiarità, adattandosi al quel che si richiede la società: scegli!
E questo provoca loro frustrazione, insoddisfazione e in definitiva, infelicità, perché costringersi a scegliere una cosa e abbandonare tutto il resto provoca questa reazione: COSA MI SONO PERDO scegliendo questo?
La gioia di scegliere una strada è fortemente smorzata dal dolore per non averle potute prendere entrambe, o tutte. È una contentezza molto MITIGATA, ATTENUATA. E come conseguenza: scarsa capacità di portare a termine, realizzare: c’è sempre dietro il tarlo di cosa sarebbe stato se… avessi scelto l’altra strada.
Come si riconosce un multipotenziale?
Il multipot ha degli aspetti che possono far pensare a una persona ansiosa, o che non sa quello che vuole. Ci sono dei segnali tuttavia, che, se presenti, ci possono far pensare ad un multipotenziale.Ce ne possono essere alcuni, oppure tutti, dipende dal grado di multipotenzialità.
Ci troviamo molto probabilmente di fronte a un multipot se:
1) Si sente attratto da tante cose
2) ha molta difficoltà a sceglierne una
3) ha paura di essere intrappolato/ingabbiato nella stessa carriera o attività per tutta la vita;
4) ha spesso bisogno di nuove sfide, e una volta che la sfida è superata, si annoia e vuole passare ad altro
5) ha tanti hobby ma spesso insoddisfacenti o ai quali non riesce a dare seguito come vorrebbe
6) odia gli orari rigidi, i ‘piani quinquennali’ o quelli che comunque non lasciano spazio a digressioni
7) potrebbe anche avere una carriera di successo che però lo lascia annoiato o irrequieto.
3 cose fondamentali da ricordare di fronte a un multipotenziale
1) preferisce la varietà rispetto al concentrarsi/impegnarsi su una singola cosa.
Questo non significa che non sappiamo concentrarci, tutt’altro!
Ma che amiamo variare.
E lo facciamo in diversi modi:
– perseguendo diversi interessi contemporaneamente (c’è chi è liutaio e psicoteapeuta)
– perseguendo i nostri interessi a rotazione (per esempio cambiando attività a seconda delle stagioni! Esempio che mi sembra più calzante nel mondo anglosassone che nel nostro)
– seguendo un interesse/attività/professione alla volta, fino al momento in cui ci si sposta verso un nuovo interesse, così che ognuna delle attività che svolgiamo è come il capitolo di un libro.
C’è chi è stato prima pilota, poi direttore vendite, poi esperto informatico.
Non ha molta importanza se perseguiamo le nostre vocazioni in simultanea o una dopo l’altra, l’importante per un multipot è riuscire a soddisfare l’esigenza di varietà, invece che sentirsi costretto a scegliere una cosa sola.
Come fare per scegliere quali interessi, posto che non si può fare tutto?
Affrontando il tema più spinoso: scegliere
Come ho scritto in “Non voglio scegliere, sono una multipotenziale, non sono mai stata brava a decidere, o meglio a scegliere. È sempre stata una cosa che mi mandava in crisi. Oddio perché devo scegliere? Se poi scelgo questo mi perdo quell’altro!
E così ogni scelta non era mai ‘piena’, convinta al 100% (ma forse non lo sono quasi mai) ma piuttosto quasi il male minore ‘vabbè scelgo questo ma in fondo anche l’altro non era affatto male’.
La verità è che voglio fare un mucchio di cose, e come me tutti i multipotenziali, e difficilmente sono nello stesso settore. Tante che non mi basterà una vita.
E che voglio essere libera di scegliere fino a quando fare una certa cosa e in quale momento poi smettere, per fare altro.
La soluzione esiste, ed è anche praticabile abbastanza facilmente: possiamo innanzitutto identificare i valori che ci guidano, poi identificare gli interessi nel momento attuale. Metterli nero su bianco aiuta già a scremare.
Poi si eliminano quelli che non interessano poi così tanto, quelli che al momento non si possono praticare perché hai una gamba rotta, non hai tempo, non hai soldi, ecc
Quando non ne puoi più eliminare, scegline (non uno solo ma) ALCUNI.
Non tutti, non uno solo, ma diciamo tra 3 e 5.
Sapendo che non è una scelta definitiva, per sempre.
Sapendo che potrai cambiare il tuo elenco: potrai abbandonarne uno, o alcuni e/o inserirne altri.
Questa possibilità, questa flessibilità, è ciò che rende la scelta più sopportabile per un multipotenziale.
Sapere che si può cambiare idea, che nulla è ‘per sempre’, che si può decidere altrimenti e non cadrà il mondo È UN PASSAGGIO FONDAMENTALE per un multipot.
Per me lo è stato.
Pensare che non è che una volta imboccata una strada non c’è più via di scampo, ma che hai le capacità e in fondo la flessibilità, l’elasticità mentale necessaria per imboccarne un’altra, tra un po’, è di grande sollievo per un multipotenziale.
Così come pensare che intrapresa una via le altre restano percorribili, non sono perse per sempre.
La seconda importante caratteristica di un multipot è che ha uno stile professionale che punta più sulla crescita personale e l’evoluzione che su una rigida aderenza a un piano.
Facciamo fatica a pensare di seguire una linea prefissata, prestabilita. Facciamo fatica a rispondere alla domanda: dove ti troverai fra 5 anni?
Siamo decisamente più inclini a un piano meno restrittivo che ci permetta di evolvere. Facciamo piani, certamente, ma devono essere flessibili, ci devono permettere di cambiare direzione per seguire nuove opportunità.
Se dovessi usare un’immagine, direi che i multipotenziali sono degli alberi, con rami che vanno in ogni direzione, alcuni si intersecano, altri no, ma tutti si muovono per cercare la luce del sole.
Per lo stesso motivo, tendiamo a seguire più la nostra energia giornaliera che una rigida to-do list.
Questo è verissimo per me: ci sono dei giorni ‘no’ in cui tutto è meglio che stare alla scrivania. Ovviamente il senso di colpa mi trattiene, ma quando me ne rendo conto, spengo tutto e faccio altro. Pazienza. Esco, faccio una camminata, sistemo qualcosa che da tempo attende di essere sistemato, mi occupo delle piante. Lavori manuali di solito, che lasciano il cervello libero di vagare dove vuole.
Senza però farsi prendere la mano dal fantasticare e dall’essere poco strutturati… altrimenti il rischio è davvero di diventare inconcludenti.
Quindi ok seguire il flusso di energia, e quindi nelle giornate no lasciar perdere, ma poi recuperare il giorno dopo per realizzare davvero qualcosa.
Per esempio, evitando di riempire l’agenda di cosa da fare a una certa ora, che se poi ci prende l’ispirazione per fare altro è un casino.
Quindi, una volta individuati gli interessi del momento, che possono ricomprendere o meno il lavoro – per un multipotenziale è meglio:
– decidere quanto tempo dedicare a ognuno degli interessi individuati (come detto max 5, compreso o escluso il lavoro) alla settimana
– evitare di fissare un orario in cui fare questo o quello perché magari non siamo nel mood giusto per farlo o perché in quel momento siamo nel pieno di un processo creativo – magari stiamo scrivendo, o leggendo! (tarpa le ali alla nostra creatività, non possiamo rispondere alle opportunità che capitano, non riusciamo a sfruttare i nostri flussi di energia).
Ad alcuni può sembrare confusionario, e sicuramente non è il sistema giusto per chi multipotenziale non è, ma per un multipotenziale questo sistema funziona, posso garantirlo perché l’ho sperimentato. All’inizio si fa un po’ fatica, ma poi la produttività aumenta!!!
Infine, il multipot ha in genere un senso del successo che è definito dalle sfide superate, piuttosto che da quanto in alto arriva.
I multipotenziali amano la fase in cui si impara qualcosa di nuovo, la fase in cui si scopre come funziona una certa cosa. Ma una volta che hanno capito come funziona, come si risolve un problema, o che dominano un argomento, sono pronti per un’altra sfida.
Una volta arrivati al punto in cui ne sanno abbastanza – e in cui chiunque altro tirerebbe un sospiro di sollievo e si godrebbe il successo – i multipotenziali sono pronti a cambiare. Continuare sulla stessa strada e godersi i risultati raggiunti e magari veleggiare verso espansione e successo non li entusiasma, vogliono esplorare altri campi.
E tu? Ti riconosci in queste caratteristiche?
Se ancora non sei certo di appartenere alla categoria, puoi provare a fare il test.
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I pmultipotenziali sono, in linea di massima, anche dei creativi. E come si coltiva la creatività lo puoi scoprire partecipando ai miei percorsi de La Via dell’artista.