Tag: Conoscersi Pagina 1 di 6

5 idee per migliorare la tua situazione lavorativa

5 idee per migliorare la tua situazione lavorativa

Molto spesso partiamo dal presupposto che la nostra condizione di insoddisfazione/infelicità sia legata al lavoro. Come se il lavoro dovesse essere la nostra fonte di felicità e/o soddisfazione. Ma se ci pensi un momento ti renderai conto che nel corso dei secoli passati questa idea non ci sia mai stata, e il lavoro fosse considerato una necessità – per la sopravvivenza – e una fatica da tollerare nel corso degli ultimi due secoli. Che il lavoro potesse assicurarci la felicità è qualcosa che è arrivato solo in tempi moderni e modernissimi, come favola per… farci lavorare. Perchè sappiamo tutte e tutti che, ancora oggi, il lavoro è fatica – anche se fai il lavoro che ami! – ed è anche parecchio necessario per la nostra sopravvivenza.

Tuttavia, le persone che incontro arrivano da me tutte con una questione lavorativa da sottopormi, di cui credono di essere le uniche persone a soffrire o sperimentare, e con un investimento enorme di aspettative sul lavoro: come mai, mi chiedo?

Credo che sia perché tendiamo a identificarci totalmente con il lavoro che facciamo. Sostituiamo il “faccio” con il “sono”… Sono una coach, una project manager, una cassiera, un fabbro, e via così. La realtà è che facciamo un lavoro, ma non siamo quel lavoro, anche se quel lavoro ci piace alla follia. Ma questa identificazione, che nasce dalle parole e arriva al pensiero, è davvero molto pericolosa.

Ma siamo davvero (solo) il nostro lavoro?

E lo siamo? No, non lo siamo. Lo facciamo, facciamo un lavoro. E soprattutto siamo anche qualcos’altro. E di questo “altro” ci dobbiamo occupare, se vogliamo che il lavoro non diventi quella cosa pericolosa che è diventata negli ultimi tempi.

La felicità e la soddisfazione vanno ricercate e perseguite in tutti gli ambiti della nostra vita e quindi anche sul lavoro: ma pensare che il lavoro possa darci la felicità è una convinzione fallace e addirittura pericolosa per la nostra salute, fisica e mentale.

Partendo da questo assunto, che deve essere molto chiaro e va assorbito e fissato come un post-it nelle nostre menti, vediamo cosa possiamo fare per migliorare la nostra situazione lavorativa.

SPOILER: la prima cosa da fare non è prendere in mano il cv per aggiornarlo, sistemarlo, modificarlo e mandarlo urbi et orbi.

Mandare cv in giro è l’ultimo passo, prima ce ne sono altri.

Partire dalla risistemazione del cv non è buona idea. Lasciamolo da parte per il momento. E fidati che ci arriviamo, ma ti sarà ben presto chiaro perché è l’ultima cosa da fare.

Il primo motivo è che mandare cv a pioggia non serve assolutamente a niente. E’ una mossa un po’ dettata dall’ansia, un po’ dal desiderio di fuggire da una situazione che ci va stretta, un po’… cercare una via d’uscita breve e facile. Non va bene, e soprattutto non funziona.

Nessuna delle persone con cui ho lavorato hanno cambiato la loro situazione lavorativa mandando cv a pioggia.

Cosa fare dunque per migliorare la nostra situazione lavorativa?

1.) Chiediamoci cosa vogliamo nella nostra vita

Il grosso problema è che pensiamo che questi 2 aspetti siano del tutto slegati e invece sono intrecciati a doppio filo.

Partendo dal presupposto che il lavoro che deve girare attorno alla vita e non viceversa, credo che questa riflessione sia davvero molto importante.

Il lavoro è quella cosa – una di quelle cose – che dovrebbe esserci utile per fare la vita che vogliamo, che dovrebbe permetterci, fornirci gli strumenti per fare la vita che vogliamo.

Quindi ora proviamo a mettere nero su bianco cosa vogliamo in questo momento dalla nostra vita. Prendi carta e penna e fai una lista.

Soldi? Tempo? Casa? Status?  barca? vacanze a go-go?

2.) Che cosa vuoi dal lavoro, in questo momento? Cosa cerchi?

Più soldi, più flessibilità, più benefit, più relazioni con le persone, meno relazioni, meno trasferte, cosa?

3.) Impara a raccontare come fai il lavoro che fai

Fatte queste riflessioni, che sono molto importanti, e chiarito prima di tutto a noi stess* cosa vogliamo da questi due ambiti, la cosa che dobbiamo fare è imparare a raccontare bene il lavoro che facciamo, che sappiamo fare.

Questa, dopo le riflessioni, è la fatica più grande.

La prima risposta che ci viene è infatti: sono un project manager! Sono una coach! Sono una …(aggiungi quel che vuoi), cioè rispondere citando il nostro job title.

Mi devi innanzitutto spiegare con parole facili in cosa consiste il tuo lavoro – non tutti sono del tuo settore e capiscono il linguaggio tecnico – e questo è il primo passo: semplificare e saper spiegare a chiunque il tuo lavoro, perché è quello che dovrai probabilmente fare se ti metti in cerca di un altro posto di lavoro. A maggior ragione se vuoi spostarti da un’industria all’altra, modificare un po’ il corso della tua carriera – molte delle persone che si rivolgono a me vogliono fare questo passo, in avanti ma anche laterale. Capirete bene che saper raccontare BENE il proprio lavoro, le cose che si sanno fare, è cruciale, visto che magari potrebbero mancare altri requisiti (che possono essere acquisiti in seguito, sul campo o con dei corsi).

A cosa serve questo esercizio? A diverse cose, tra cui:

  • imparare a parlare di quello che facciamo in parole semplici che siano comprensibili anche da chi non è del settore. E a cosa mi serve? (vi chiederete): a sfruttare ogni occasione per parlare del vostro lavoro anche a chi non ne sa nulla, ma che potrebbe fornirvi dei contatti interessanti.
  • E poi anche: a raccontare e raccontarsi in modo efficace e non noioso, che non guarsta mai – anche in vista dei colloqui.

4.) Impara a scegliere e a dire di no

Lo sai che tutte le volte che dici sì alla richiesta di chichessia stai dicendo no a te stess@?

Lo sai che tutte le volte che non dici la tua, o non fai tu la scelta, stai mettendo questo potere nelle mani di qualcun altro, che potrebbe non avere le tue stesse esigenze e desideri e quindi decidere nel modo migliore per te?

Cosa ti spinge a non scegliere? A non dire un no quando è l’unica cosa che vorresti fare?

Qualcuna che si trova in questa situazione vuole provare a rispondere?

Perché dire di no è così difficile soprattutto per le donne?

E perché questa capacità (di scegliere, e di dire di no) è così importante in questo discorso sul lavoro?

5.) Pensa a cosa ti manca (competenze, skills, qualità, … ) e a cosa puoi fare per averlo (nella vita e sul lavoro), e poi attivati per raggiungerlo/ottenerlo.

Ci sono cose che sono nel nostro controllo, e per le quali dunque possiamo fare qualcosa, altre che sono fuori dal nostro controllo. Sai distinguerle? E’ molto importante per non cadere in frustrazione.

Tra le cose che sono fuori dal nostro controllo ci sono sicuramente le condizioni del mercato del lavoro, la situazione geopolitica ecc ecc: lì abbiamo pochissima voce in capitolo quindi meglio metterci il cuore in pace.

Però ci sono cose, aspetti, che sono assolutamente nel nostro controllo e su cui possiamo incidere.

Ti mancano delle competenze? Studia

Ti manca la fiducia in te stessa? Cerca di capire cosa puoi fare a riguardo

Ti manca la conoscenza di una lingua (o più di una)? Cerca un corso o un insegnante

….

FAI una lista e chiediti se si tratta di cose sotto il tuo controllo o fuori dal tuo controllo. Poi decidi cosa puoi fare, e anche cosa vuoi fare e/o cosa è ragionevole fare in questo momento della tua vita.

Fatti tutti questi passi, analizza il risultato con molta calma e con molto sano realismo (ricordati del resto della tua vita! Se hai un neonato, difficilmente potrai riempire le giornate di ennemila impegni. Se lavori 12 h al giorno, forse il tempo che ti resta non è molto, cosa puoi fare? Lavorare meno e dedicarti ad altro. E così via…

Dopo tutto questo lavoro… Sei pront@  a mettere mano al tuo cv, sistemando, aggiornando e soprattutto accorciandolo! 1 pagina max 2!!!

Iscriviti alla mia newsletter

Termini & Condizioni

Gioie e dolori di un multipotenziale

La parola multipotenziale è diventata molto di moda dopo che Emily Wapnick ne ha parlato nel suo Ted Talk, e identifica quelle persone che non hanno una sola vocazione nella vita, ma molte, e magari vogliono diventare esperti in un campo del sapere, ma poi vogliono passare oltre, spaziare, esplorare altri interessi. Ma c’è anche l’altro lato della medaglia, ossia non perdersi dentro questa esplorazione… come fare? E cosa distingue un multipotenziale (o anima rinascimentale, o scanner) da chi ha solo un po’ le idee confuse o è indeciso sulla strada da intraprendere?

Essere ascoltati_laviniabasso.it

Il bisogno di essere ascoltati

Ascoltare chi abbiamo di fronte e ci racconta qualcosa è una capacità in via di estinzione. Ascoltare bene è molto di più che limitarsi a parlare di meno: è un insieme di capacità di domandare e rispondere, mostrare interesse in ciò che l’altro dice piuttosto che prepararsi una risposta, un giudizio, un consiglio. È ascoltare, e niente altro.

Un lavoro su misura

Il successo secondo me

Qualche settimana fa ho tenuto delle ore di lezione a una classe di neolaureati su come si costruisce il proprio cv. Tra i tanti argomenti su cui abbiamo ragionato insieme c’è stata anche una parte dedicata alla nostra idea di successo, ossia rispondere alla domanda che cos’è per te il successo?

Com è andato il mio ‘shopping ban’ (e perché l’ho fatto)

Dallo scorso 21 settembre, fino al 16 ottobre, io e il gruppo del Mentoring Club ci siamo lanciate una sfida: un mese senza acquisti, salvo quelli necessari. Tra di noi ci sono le shop addicted, le sobrie, le equilibrate, le compulsive, le attente: un po’ di tutto insomma. E c’è chi come me ha subito pensato: ma non ho bisogno di fare uno shopping ban, sono una consumatrice attenta e consapevole! Subito dopo è però arrivata la coach dentro di me a dirmi: ma se sei così sicura perché non partecipi? Così verifichi questa tua convinzione! E così ho fatto.

Pagina 1 di 6

Powered by WordPress & Tema di Anders Norén