Dallo scorso 21 settembre, fino al 16 ottobre, io e il gruppo del Mentoring Club ci siamo lanciate una sfida: un mese senza acquisti, salvo quelli necessari. Tra di noi ci sono le shop addicted, le sobrie, le equilibrate, le compulsive, le attente: un po’ di tutto insomma. E c’è chi come me ha subito pensato: ma non ho bisogno di fare uno shopping ban, sono una consumatrice attenta e consapevole! Subito dopo è però arrivata la coach dentro di me a dirmi: ma se sei così sicura perché non partecipi? Così verifichi questa tua convinzione! E così ho fatto.

Sulle prime non è stato poi così difficile, effettivamente sono una persona piuttosto low profile, sto attenta a quello che compro, non tanto per una questione di soldi (anche se anche quella parte c’è) ma per una questione di attenzione allo spreco: se una cosa non mi serve, perché comprarla? finisce che poi non la uso, e diventa un rifiuto (giammai!) o qualcosa di cui mi devo liberare, spesso con fatica: evito di buttare e cerco di riciclare più che posso, ma confesso che è faticoso!

Comunque, sfida lanciata e ovviamente cervello che subito parte alla ricerca di quella gratificazione che volte ci diamo con il cibo, altre con i social, altre ancora con l’acquisto. Mi passano davanti offerte imperdibili, mi arrivano mail con proposte irripetibili e via così. Io soffro ma resisto.

Cosa ho scoperto/1

Ho scoperto quali sono i miei punti deboli, quelle cose di fronte alle quali la mia volontà si ferma e il desiderio di gratificarmi ha la meglio: libri, fiori, piante, penne colorate, e – con mia grande sorpresa – prodotti di bellezza. Per tutti questi oggetti ho davvero sofferto e scritto o segnato cosa comprare alla fine di questa sfida – sia mai che me le perdessi! La cosa più interessante che ho imparato è che posso fermarmi, anche se con fatica, e chiedermi se mi serve davvero, in questo momento. Lo spiego meglio con un esempio: i libri.

E’ chiaro che i libri sono fino a un certo punto un bisogno, e per il resto un regalo, una gratificazione, una cosa bella, un desiderio di conoscenza o di relax e di self care. Però ho la casa piena di libri, e ho anche un sacco di libri che ancora non ho avuto il tempo di leggere, per mille ragioni. Allora: ci può essere il libro di cui ho davvero davvero bisogno in questo momento perchè mi devo informare su una questione che devo affrontare (raro, ma possibile), ma ci sono anche un sacco di libri che nell’immediato non riuscirei a leggere, che verrebbero messi sullo scaffale per una lettura in un futuro incerto. Li ho fotografati per averne memento. Li ho messi insieme e li ho contati sono circa 15, ma non sono mica tutti, sono solo quelli per lavoro! Poi ci sono i romanzi…
Quindi la domanda che mi sono fatta per fermarmi e per essere meno frustrata dal divieto che mi sono auto-imposta è stata: mi serve davvero (davvero?) questo libro in questo momento? Forse no. Forse può aspettare. E l’ho messo in lista.

Lo stesso ho fatto per i prodotti di bellezza, anche se qualche rossetto mi ha tentata e le offerte imperdibili mi hanno fatto tremare le vene ai polsi :-): tutto nella lista dei desideri!

Cosa ho scoperto/2

Ho scoperto che anche le nostre granitiche certezze hanno delle falle, delle crepe, e che va bene così. Sono piuttosto certa di essere una consumatrice attenta e consapevole, e mi sono sempre detta che qualche sfizio ci poteva stare. Vero. La penso ancora così. Però a vedere le mie wish list si tratta di un po’ di più di “qualche sfizio”. E quindi? Sono dunque una persona orribile perché non sono la morigerata che credevo di essere? No.
Sono una shop addicted? Neanche. Anzi: sono in grado di fermarmi, di pensare, di cedere o di resistere. E anche a volte di non pensarci affatto, ci sta anche quello.
Sono incoerente? Forse. O forse sono solo umana, come chiunque altro. Faccio del mio meglio e bon, ogni tanto ci scappa anche che sbagli. Fare del mio meglio è il meglio che posso fare. La perfezione non mi interessa, perché la perfezione non esiste!

Perché mettersi alla prova?

Perché ogni tanto una sfida ci fa bene, prima di tutto. Ci leva dal torpore in cui viviamo, ci fa ricordare che siamo dentro delle abitudini che sono sì tanto comode e hanno i loro vantaggi, ma alle volte, anzi ciclicamente, vanno un po’ riviste e adattate al momento della vita in cui ci troviamo.
Così chi è impulsivo (e magari compulsivo) negli acquisti, potrebbe scoprire che ciò che compra non è che gli piaccia poi così tanto, o non sempre, e che forse quel che cerca è una soddisfazione immediata, quella sensazione di benessere che scatena in noi l’acquisto o il like su un post (il meccanismo è il medesimo). E anche che comprare con più attenzione può far sì che l’acquisto più ragionato sia più confacente – e soddisfacente – rispetto a ciò che si cercava.

Chi invece è sempre molto trattenuto (io, per dire) potrebbe provare l’ebbrezza di un acquisto impulsivo (mi piace, lo compro) e accorgersi che non casca il mondo, che vabbè ho comprato una cosa inutile ma che mi fa bene al cuore e all’anima, e va bene così, anzi forse è altrettanto ‘utile’, anche se in modo diverso.

Vuoi provare anche tu?