Quali sono le caratteristiche della persona multipotenziale? E’ un bene o un male sentirsi tali? Come si supera? È una malattia grave??? Niente di tutto ciò! E qui provo a spiegarti come la vedo io, partendo da Emilie Wapnick (puttylike.com), colei che ha coniato il termine “multipotentialist”, ed ha riportato in auge un concetto che era già stato studiato da altri nel recente passato, da Barbara Sher (Refuse to choose) e da Margaret Lobenstine (Renaissance Soul).
Multipotenziale, una moda o altro?
Pare che la parola multipotenziale risenta, come tante altre cose, del flusso della moda: in questo periodo se ne parla molto, ma credo che questo sia dovuto alle “ondate”. Il fatto che sia soggetta a mode porta con se l’inevitabile conseguenza di avere sostenitori e detrattori; tra questi ultimi vi sono coloro che sostengono che definirsi multipotenziale possa essere un modo per nascondere il fatto di essere dispersive e/o confusionarie, e/o dediti al multitasking: ma tutto questo non ha niente a che vedere con i pmultipotenziali, ed è il risultato di una lettura superficiale dell’argomento. Credo che Emilie Wapnick parli d’altro e lo spieghi bene nel suo Ted Talk.
Io mi sento una multipotenziale per alcuni motivi fondamentali:
- ho sempre fatto e tuttora faccio molta fatica a scegliere una strada, perché penso che scegliere una strada sia perdermi la possibilità di esplorarne un’altra; questo ha sempre portato grandi travagli interiori, e grandi occhiate pietose da parte di chi mi stava intorno
- mi piacciono un sacco di cose, e anche un sacco di lavori, e nella mia vita ne ho fatti diversi apparentemente slegati l’uno dall’altro: ogni po’ so che ho bisogno di cambiare, di inventarmi qualcos’altro, di provare a fare le cose in modo diverso, di esplorare: altrimenti mi annoio a morte
- ho una istruzione in parte scientifica e in parte umanistica. Sono schizofrenica? No, mi piacciono entrambe le cose, la matematica e la letteratura, la fisica e la filosofia. Dove sta scritto che se scegli una devi lasciar perdere l’altra?
- mi piace il lavoro intellettuale, ma anche quello manuale (parlo di “lavoro” in senso generico), non farei a meno né dell’uno né dell’altro
- non sono nata dicendo “da grande farò…” (il pompiere, il dottore) e poi facendolo: mi viene male solo a pensarci, mi fa sentire chiusa in gabbia
- vivo come una grande risorsa il fatto di sapermi rimettere in gioco, e di rimiscelare le mie capacità per fare altro.
Multipotenziale e business
Per quanto riguarda invece ciò che multipotenziale non è, rientra in questo campo anche il multitasking, ossia (tentare di) fare mille cose diverse nello stesso tempo. Cosa c’entra con un multipotenziale? Assolutamente nulla! Fare 200 cose assieme vuol dire farle tutte tendenzialmente male, e difficilmente riuscire a farle tutte, disperdere le proprie energie, distruggere probabilmente il tuo business. Senza contare che dall’esterno può essere disorientante per il tuo cliente vedere che ti occupi di millemila cose diverse.
La multipotenzialità invece secondo me è una grande risorsa che può essere sfruttata all’interno del tuo business per trovare soluzioni creative e costruire connessioni tra concetti che a una prima impressione possono apparire assolutamente non collegabili, essere capaci di vedere connessioni dove gli altri non le vedono.
In definitiva, vorrei passare il messaggio che essere multipotenziale non è il male assoluto, anzi! Tutto sta a convogliare in un assetto coerente le varie cose che ti appassionano, e saperlo comunicare in maniera univoca al tuo pubblico di potenziali clienti.
Se dopo aver letto questo post hai capito di essere un multipotenziale, o se hai ancora dei dubbi, ti consiglio:
– il blog di Emilie Wapnick, e il suo libro Diventa chi sei
– il libro “The Reinassance Soul” di Margaret Lobenstine, (solo nella versione originale in inglese),
– il libro di Barbara Sher, Refuse to choose.
Se pensi di essere un multipotenziale ma non ti senti completamente soddisfatto, posso aiutarti! Contattami utilizzando il modulo qui sotto