Il primo percorso di crescita personale basato sul testo di Julia Cameron, La via dell’artista, che ho condotto da giugno 2018, si è appena concluso e tante cose sono successe ai partecipanti, e a me, durante questo cammino alla riscoperta della nostra creatività, che è anche un viaggio alla riscoperta di noi stessi, e conseguentemente, delle cose che ci piace fare.
Categoria: Stimolare la creatività Pagina 3 di 4

The art of work di Steven Pressfield (tradotto in italiano con la Guerra dell’Arte: Supera i Blocchi Interiori e Vinci Le Tue Battaglie Creative) è uno tra i libri che ho letto di recente che più mi ha colpito. Cosa mi ha impressionato di questo librettino? Innanzitutto la sincerità estrema con cui il suo autore racconta le sue difficoltà: Steven Pressfield ha dovuto aspettare 17 anni prima che un suo libro trovasse un editore. E altri 10 prima che venisse pubblicato. Ha potuto dichiararsi ‘scrittore’ e poter vivere di questo attorno ai 50 anni, un’età che per molti è qualcosa di molto più simile al viale del tramonto che altro.

Scrivere è un’esplorazione. Cominci dal niente, e impari mentre vai.
(E. L. Doctorow)
L’esercizio della scrittura è uno tra i più utili che l’uomo possa compiere. Per farlo, e perché sia utile alla vita di ognuno, non sono necessarie doti particolari nel senso che non serve saper davvero ‘Scrivere’ come si fosse dei romanzieri o dei saggisti. È sufficiente invece far correre la penna sul foglio e mettere nero su bianco tutto quel che in quel momento ci passa per la testa, fregandosene di grammatica e sintassi: lo scopo non è scrivere bene, ma, semplicemente, scrivere.

Da bambina, come tutti i bambini, disegnavo un sacco, e conservo ancora molti dei miei disegni, alcuni addirittura incorniciati e rimasti appesi in casa per anni (forse qualcuno ancora appeso), ma a parte questo periodo della vita, non mi sono mai considerata particolarmente creativa. E la ragione è che ho sempre considerato ‘creativi’ solo i grandi artisti, da Picasso in su, effettivamente un termine di paragone altissimo di fronte al quale chiunque si sentirebbe un po’ in imbarazzo…

Quali sono le caratteristiche della persona multipotenziale? E’ un bene o un male sentirsi tali? Come si supera? È una malattia grave??? Niente di tutto ciò! E qui provo a spiegarti come la vedo io, partendo da Emilie Wapnick (puttylike.com), colei che ha coniato il termine “multipotentialist”, ed ha riportato in auge un concetto che era già stato studiato da altri nel recente passato, da Barbara Sher (Refuse to choose) e da Margaret Lobenstine (Renaissance Soul).