Se c’è una cosa con cui mi scontro quasi quotidianamente con gli estroversi che mi circondano è la differente percezione rispetto a ciò che stanca gli uni e gli altri. Se dico che stare con gli altri, a lungo e continuativamente, mi stanca, questa affermazione viene presa come un ‘non ho voglia di stare con te/con voi‘. Che in effetti ci assomiglia, ma il significato profondo è di tutt’altro genere, ed è piuttosto: non ho le forze, l’energia necessaria per stare con voi e starci bene. Anzi, il livello della mia stanchezza non farebbe che aumentare e io mi ritroverei, spossata, a fissare il muro e a non proferire parola. E nei giorni successivi a trascinarmi come uno straccio.

La questione della ‘ricarica’ e della stanchezza che colpisce gli introversi dopo le interazioni sociali è molto importante perché mette seriamente a rischio le nostre relazioni se non viene compresa da un lato e spiegata bene dall’altro. E su questo ahimè – cioè sul fornire spiegazioni – noi introversi siamo spesso deficitari. Questo crea delle incomprensioni che ha lungo andare non fanno bene alla relazione, con chiunque essa sia.

L’energia degli introversi

Sembra che davvero – lo dicono i neuroscienziati – ci siano delle differenze nel rilascio di dopamina di introversi ed estroversi, nel senso che gli estroversi avrebbero un sistema dopaminico più attivo (e quindi un rilascio di dopamina più alto) rispetto agli introversi, e questo li renderebbe meno affaticati nelle relazioni. E’ un discorso complesso che ho cercato di sintetizzare al massimo, ma il senso che ne traggo è che è scientificamente provato che estroversi e introversi hanno un sistema ‘energetico’ molto diverso. Del resto, anche dalla nostra osservazione quotidiana (e forse anche un po’ dai luoghi comuni) possiamo dire che gli estroversi sono persone più ‘attive’ (in tutti i campi) e gli introversi meno.

Come avviene questo? Cosa succede?
Succede che – soprattutto con riguardo alle attività di socializzazione (parlare con le persone, parlare al telefono, stare in mezzo alla gente e parlare con tante di loro, ecc) – l’estroverso sopperisce all’affaticamento con il rilascio di dopamina in conseguenza del fatto che prova emozioni positive (presupposto del rilascio di dopamina), e quindi non si affatica, o si affatica poco. Viceversa l’introverso, che ha un sistema di rilascio della dopamina un po’ più lento, meno attivo, si affatica molto più velocemente, non potendo contare sull’intervento di una adeguata ricarica dopaminica.

Il risultato è che nella medesima situazione (tipicamente: una festa con tanta gente) l’estroverso continua a ricaricarsi di energia perché il suo corpo rilascia dopamina a go-go, mentre l’introverso pian piano si ‘spegne’, perché la quantità di energia consumata è superiore rispetto a quella prodotta dal rilascio di dopamina.

Cosa puoi fare per avere più energia?

Mmmh.
Partirei con la premessa che se hai capito di essere introverso (ci sono anche diversi test online per capirlo), non puoi ‘diventare’ estroverso. E nemmeno fare finta di niente e comportarti ‘da estroverso’ per il semplice motivo che alla lunga non funziona: ti ritroveresti spossato e frustrato.
Certamente però qualcosa si può fare per evitare l’affaticamento da socializzazione e non rinchiudersi in casa. La base di tutto è ovviamente sapere che funzioni in un certo modo (da introverso) e che non potrai mai ‘funzionare’ come un estroverso.

Se quindi ti sei reso conto che le attività ‘sociali’ ti esauriscono, ti stancano, ti lasciano privo di energia e con il cervello offuscato, un rimedio c’è: prepararsi.
E anche un po’ allenarsi. Come?
Quando so che mi aspetta una, o una serie, di attività ‘estroverse’, faccio in modo di avere le pile cariche: mi prendo del tempo in solitudine, ascolto musica con le cuffie, leggo, me ne sto per i fatti miei. A volte è necessaria anche una ricarica successiva, post attività sociale insomma, perché quasi sempre la mia batteria va a zero – o quasi – e devo comunque ricaricarmi per non buttarmi sul letto e dormire (in pieno giorno). Di solito mi isolo, faccio una camminata, esco a bere un caffè seduta al tavolino da sola e guardando fuori (people watching), e dopo venti minuti/mezz’ora ritorno come nuova.

Durante le appena trascorse vacanze natalizie mi sono ritrovata spesso (quasi sempre) a cenare con un minimo di 8 e un massimo di 16-18 persone, bambini inclusi, e la mia strategia è stata molto semplice: tante ore da sola. Poi ero pronta ad affrontarli…! Ed è andata sempre bene, sono stata bene, mi sono divertita e non ho avuto ‘crisi energetiche’.

Cosa succede se non ti ‘prepari’ alla socialità

Prepararsi significa anche prevenire uno spiacevole fenomeno che va sotto l’eufemistico nome di: irritabilità. L’introverso spossato e sfinito è infatti piuttosto irritabile, scontroso insomma, non proprio uno con cui si ha piacere di passare del tempo. Lo so perché mi è successo tante volte: il cervello mi va in pappa, fatico ad articolare i pensieri e anche le parole, vorrei solo fuggire via e chiunque provi a fermarmi è a rischio serio di un vaffa. Certo, non sempre è possibile prepararsi – anche se come dicevo, con un po’ di allenamento ce la si fa – e non sempre riusciamo a ricaricarci dopo, ma allora possiamo semplicemente dire: sono stanco, ho bisogno di fare un giretto. E via: scappare!!!

 

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